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La lingua francese gioca ancora un ruolo importante nel settore dell’abbigliamento, nonostante la concorrenza dell’inglese. Entrano così nella lingua italiana blusa, paltò, bretella (unisex), nonché i nomi di alcuni tessuti come cretonne, picchè, popeline. Ma la terminologia della moda maschile si deve quasi tutta all’Inghilterra. A parte jersey, che è una giacca o un mantello di maglia più adatto per le signore, si comincia con dandy che vuol dire «elegantone», e si continua con plaid, mantello di lana a quadri indossato dagli scozzesi, waterproof (1868), sostituito poi da impermeabile, tight (1870), abito da cerimonia per uomo, smoking, abito adatto per il salotto dei fumatori (1888), pigiama, che è una parola di origine persiana. Non tutto però viene dalla Francia e dall’Inghilterra, come nel caso del boa, una sciarpa femminile fatta di piume di struzzo, molto richiesta verso la metà del secolo. Si intensifica la vita sociale e quindi diventano di moda i sigari e le sigarette. Se si vuole mangiare in modo raffinato bisogna servirsi al solito di parole francesi. Sono francesismi ristorante, menu e i nomi di tutta una serie di nuovi piatti: consommé, scaloppa, omelette, maionese, purée, vol-au-vent, besciamella, gatò (dolce di mandorle), cognac. La cucina inglese, nonostante non goda di una buona fama, nell’Ottocento non è da sottovalutare. A parte il gin, il whisky e il brandy, tutti termini degli anni Venti, abbiamo il rosbif e il più sbrigativo sandwich (1872), che si può gustare anche nel corso di un picknick (1895); non solo, dall’Inghilterra viene anche il consiglio di essere vegetariani (1895). Lo sport può essere considerato la novità del secolo, e l’Inghilterra è il Paese dove è più praticato; questo è il motivo per cui in questo settore abbondano gli anglicismi. Entrano così in Italia non solo il termine sport, ma, nella seconda metà del secolo, anche foot-ball, tennis, baseball, cricket, e vari altri termini legati all’attività sportiva come record («primato»), match («gara»), trainer («allenatore»). Invece canottaggio, pattinare, ciclismo sono parole francesi. La grande quantità di francesismi e di anglicismi, talvolta esiti di parole latine, è la prova evidente del ruolo di primo piano svolto da Francia e Inghilterra nel secolo XIX. A completare in parte quanto si è detto in precedenza si possono citare altri francesismi che riguardano campi diversi. Entrati nella forma originaria, troviamo claque («gruppo di persone reclutato per applaudire»), matinée («spettacolo teatrale che ha luogo al mattino o al pomeriggio»), chic («di una eleganza raffinata»), élite («la parte più autorevole di un gruppo»), eclatante («sensazionale»), habitué («frequentatore o cliente assiduo»), réclame. Adattate all’italiano sono invece parole come attualità, scuole secondarie, massaggio. Tra gli anglicismi possiamo ancora ricordare humour («piacevole ironia») e spleen («noia»), bull-dog, pointer, setter, bridge, copyright («proprietà letteraria»), leader («guida di un partito o di un movimento»), meeting («riunione») e altri che facilmente hanno assunto forma italiana perché formati da elementi latini: di colore, conforto, doppio gioco, eccentrico, resistenza passiva.
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