|
Ancora più interessanti sono i prefissoidi che possono essere preposti a qualsiasi termine che semanticamente lo permetta. Foto, che si è sviluppato moltissimo dall’Ottocento alla metà del Novecento, ha continuato a produrre neologismi anche negli ultimi tempi grazie soprattutto al diffondersi della cultura dell’immagine. Rientrano in questa tipologia fotonotizia («notizia corredata di fotografia»), fotostoria («racconto realizzato attraverso immagini fotografiche»), fototest («test eseguito mediante esposizione ai raggi luminosi»), tutti degli inizi degli anni Novanta. Lo stesso può dirsi di elettro–, che ha dato elettrofonia, «produzione di suoni mediante apparecchiature elettroniche» (1966), o il recente elettrosmog (1995), creato dai giornalisti per indicare l’inquinamento elettromagnetico. Auto– ha dato formazioni sia come componente di automobile, ad esempio autoemoteca (1965), autoveicolo attrezzato a emoteca, o autocaravan (1974), autofurgone strutturato come un’abitazione essenziale, sia come composto dell’originario auto– (< gr. autós, «sé stesso»), da cui ad esempio autofocus (1984), detto di macchina fotografica o di proiettore che hanno la messa a fuoco automatica; mentre la biologia, una scienza in grande evoluzione, ha creato nel 1991 autofagosoma (comp. del gr. autophágos, «che divora sé stesso», e sôma, «corpo»), che è una struttura citoplasmatica delimitata da membrana e costituita da porzioni cellulari destinate a essere demolite. Tele– (< gr. têle, «da lontano»), dopo il primo composto, telescopio, del 1611, ha avuto un grande impiego nelle innovazioni tecniche dell’Ottocento. Nel Novecento, dopo televisione e tutta una serie di termini ad essa legati, come telecomando, telecronaca etc., sta ora attraversando una grande fortuna con l’informatica. Telematica (1979), che indica l’insieme delle applicazioni derivate dall’integrazione delle tecnologie informatiche con quelle delle telecomunicazioni, è già un termine di venti anni fa. E abbiamo avuto tempo anche di abituarci al telefax, più noto come fax, che ci permette di mandare documenti attraverso il telefono. Ma ora si sta diffondendo anche il telelavoro, il lavoro che si fa a casa o in centri attrezzati collegandosi con il computer all’azienda. Il suffissoide greco –teca ha dato luogo non solo a discoteca ma anche a paninoteca. E naturalmente continua la produttività di –logia per indicare nuove specializzazioni, ivi compresa la tuttologia, la scienza che comprende tutto e niente. Molto comune è l’impiego di sigle che spesso sono utilizzate come parole a tutti gli effetti. È il caso del laser, un dispositivo che usa in vari settori radiazioni elettromagnetiche, o di DOS, termine informatico che vuol dire «sistema operativo su disco». L’influenza del linguaggio tecnico-scientifico sulla lingua comune si misura anche dalla diffusione di certe forme suffissali, come –abile, –ismo, –izzare, –ione che, data la loro proliferazione, comportano un mutamento di funzioni sintattiche, ad esempio la nominalizzazione (che abbiamo già visto parlando del futurismo), cioè l’impiego di un nome al posto di un verbo. Un esempio: invece di «si accumulano i consumi» si preferisce usare «accumulazione dei consumi». Il risultato è una semplificazione della frase, a cui collaborano anche altri elementi, come l’uso di verbi generici, la tendenza alla struttura paratattica, l’uso di perifrasi del tipo «in relazione a», «sotto l’azione di» e di certi termini-jolly come «struttura». Questa è la tendenza della prosa italiana attuale, che ha come riferimento immediato quella dei giornali, oggi il più potente mezzo di innovazione della lingua.
|