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I latinismi (e i grecismi) sono sempre numerosi specialmente nella terminologia delle scienze (fisica, botanica, zoologia, chimica) che hanno in quest’epoca un grande sviluppo. Nel campo della medicina si affermano clinico, oculista, ostetricia, in quello della fisica centrifugo, centripeto, eliocentrico, geocentrico. Talvolta gli scienziati, seguendo l’esempio di Galileo, danno un significato speciale a un termine già esistente: così saturo («satollo») si dice di un liquido in cui è sciolta la maggior quantità possibile di una sostanza; corolla e polline entrano nella terminologia della botanica, mentre prima volevano dire rispettivamente «coroncina» e «fior di farina». Si sviluppano i composti con –fero, –forme (ad esempio proteiforme) e con –logia; viene fatto sempre più largo uso dei suffissi in –ismo (vedi dispotismo, neologismo, purismo), in –ista (economista, materialista, capitalista), in –izzare (tranquillizzare, elettrizzare), che continueranno la loro fortuna nel secolo successivo. Spesso i latinismi passano attraverso una lingua moderna: dall’Inghilterra vengono immorale, terraqueo, presidente (quest’ultimo termine compare durante l’insurrezione americana per indicare il capo di uno Stato repubblicano), colonia (gruppo di stranieri abitante in una città), inoculazione (del vaiolo); dalla Francia giungono biografo, concorrenza, emozione, tecnico; dalla Germania estetica e dicastero. I silfi (geni maschili della natura nella mitologia nordica) e gli gnomi (nani dall’aspetto di vecchi barbuti) sono testimoni di quanto sia complicato il percorso seguito da alcune parole: coniati da Paracelso, medico, alchimista e filosofo svizzero del XVI secolo, si divulgano in Europa grazie al Riccio rapito (1712) di Pope. Tra gli scrittori italiani più importanti di questo periodo, Parini e Alfieri incrementano la lingua della poesia (forte di una secolare tradizione), ma non quella d’uso, salvo poche eccezioni, come avviene per alacre (Parini) e per snaturato (Alfieri). Foscolo, anch’egli poco curante dell’idioma quotidiano, rivendica per sé il diritto di arricchire la lingua poetica attraverso un rinnovato confronto con gli autori greci e latini. Diverso è il caso di Goldoni che, scrivendo commedie ed essendo attento ai mutamenti della società, deve per forza, come abbiamo visto, accogliere i termini che esprimono le novità e che spesso arrivano d’Oltralpe.
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