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Le parole In questo periodo (secoli XI-XIV) in cui l’italiano acquista la sua fisionomia, le nuove voci riflettono innanzi tutto i mutamenti politici ed economici introdotti dalla nascita e dallo sviluppo del Comune. Il tratto fondamentale, però, è l’ingresso massiccio nella lingua italiana di latinismi, prima nella forma originaria e poi in quella volgare. Un fenomeno dovuto sia all’affermarsi dell’Università, l’istituzione che monopolizza la cultura e che fonda anche il modo di studiare che sarà proprio dell’Occidente, sia all’azione congiunta degli scrittori (in primo luogo Dante, Petrarca e Boccaccio), ma anche dei volgarizzatori da cui viene un contributo non trascurabile. Tra i forestierismi sono in netto declino i gallicismi, segno evidente che l’Italia si sta emancipando dai modelli letterari d’Oltralpe, mentre forte, nella prima fase, è la consistenza degli arabismi. Vediamo alcuni esempi: Civiltà comunale Comune, Camera, Ragione, Padrone, Milione, Banco Latinismi Università Gallicismi Arabismi Termini introdotti da Dante Termini introdotti da Boccaccio
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