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Arriva la lingua della scienza
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Rientra nel gusto barocco, secondo cui lo
stile doveva stupire per le scelte insolite, una parola come concetto
che passa dal significato filosofico a quello di «argutezza»;
chi sa creare i concetti poi è brillante, e un’argutezza
non riuscita è una freddura. Si affermano anche gli aggettivi
che servono a descrivere questo stile: manierato, ricercato,
lambiccato. L’importanza della retorica si vede nell’uso
del termine esagerare («amplificare») esteso a varie
situazioni. Un’età fatta di formalismi rende di moda cerimoniale,
che prima designava il libro che conteneva le cerimonie prescritte e ora
è «l’insieme delle cerimonie». Il senso del peccato
su cui insiste la Controriforma porta lubrico, cioè «impudico
e peccaminoso». I rapporti instaurati coi Paesi extraeuropei fanno
entrare nel costume (e nella lingua), oltre al caffè,
la cioccolata (dall’azteco chocollatl) e il tè
(dal cinese t’e), tre bevande esotiche che hanno una parte
così importante nella nostra esistenza. E, sorseggiandole, si comincia
a fumare anche la pipa, di provenienza francese.
Anche in questo periodo è interessante
il contributo delle varie regioni. Ad esempio, alzarsi nel significato
di «levarsi dal letto» è un napoletanismo; folla,
che fino ad ora voleva dire «quantità di cose che esercitano
una pressione», diventa «quantità di gente»,
secondo l’uso di Roma e di Arezzo.
Un fenomeno da segnalare è l’incidenza
che cominciano ad avere alcuni prefissi nella formazione dei neologismi.
La produttività di arci– si spiega con la tendenza
all’iperbole propria dello stile barocco (il poeta Tommaso Stigliani
conia addirittura arcimusa). Si diffondono i termini costruiti
con semi– (ad esempio semidigiuno), omni–
(onnivoro), uni– (unisillabo), e con
vice–, proto–, pseudo–. Il
suffisso –cida, che già esisteva, ora dà
luogo a parole nuove, alcune delle quali poi scompariranno come coricida
(«chi uccide un cuore»), altre, invece, avranno più
fortuna, come ussoricida; moschicida, coniata per gioco,
ricomparirà nell’Ottocento quando verranno messi sul mercato
prodotti per uccidere le mosche. Tra i verbi si moltiplicano quelli in
–izzare (ad esempio fraternizzare) e in –eggiare
(fraseggiare). Cominciano anche a fissarsi i composti d’origine
dotta del tipo melico-comico, cefalo-faringeo etc.,
in cui la vocale o del primo termine rimane invariata nella flessione.
I composti con l’imperativo, modellati sul termine tagliaborse
del Boccaccio, hanno origine popolare e anch’essi avranno in seguito
molta fortuna. Alcuni, come sputaincroce («ateo»),
sono neologismi temporanei; altri, come scalzacane («chi
manca di abilità nell’esercizio del proprio mestiere»),
sono ancora vivi e vegeti. Si tratta comunque sempre di formazioni icastiche
e molto espressive, che rispecchiano il gusto dell’avventura e della
trasgressione che caratterizza il secolo.
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