Tebe (gr. Thêbai, lat. Thebae) Generalità La città principale della Beozia, nonché uno dei più antichi e importanti centri urbani della Grecia, sin dall’età preistorica. La sua fondazione si attribuiva a Cadmo, mentre la fortuna della città è legata soprattutto alle leggende di Eracle e di Dioniso, che vi ebbero, secondo il mito, i loro natali. Non minor lustro deriva dall’origine tebana di Pindaro, che cantò la propria città in molte composizioni. Storia La civilizzazione della cosiddetta ‘Cadmea’ (l’acropoli della città) data alla prima età del bronzo, e al periodo cosiddetto ‘Elladico II’ risalgono i più antichi ritrovamenti archeologici. Essa fu un importante centro della civiltà micenea, come dimostrano le ricche necropoli e i resti di un ampio palazzo regale (XIV sec. a.C.). Nonostante un’estesa distruzione, i cui segni si collocano attorno al 1250 a.C., il sito non smise di essere largamente abitato per tutto il periodo submiceneo e durante i cosiddetti secoli bui. La storia più arcaica di Tebe dovette conoscere una costante rivalità con la vicina Orcomeno (essa si riflette nella vicenda mitica di Eracle) e non è escluso che per qualche tempo la città sia gravitata nell’orbita di Corinto. Ma verso la fine del VI sec. a.C. Tebe è a capo di una confederazione che include la stessa Orcomeno e che ben presto viene a guerra con Atene per il controllo di Platea, città posta sul confine fra Attica e Beozia. Durante le invasioni persiane Tebe si schierò dalla parte degli invasori, e ciò le valse l’accusa di tradimento (‘medismo’) e il rischio di una spedizione spartana intesa a distruggerla. Nel corso del V sec. a.C. però Tebe fu alleata della stessa Sparta (457 a.C.) e più volte fu in conflitto con Atene, ottenendo anche un’importante vittoria nel 447 a.C. La città diede allora origine alla Lega Beotica, che durante la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) fu schierata contro Atene, alla quale sottrasse Platea. Ma alla fine del conflitto i rapporti fra le due poleis sembrano essere tornati molto buoni (vi trovano asilo gli esuli democratici durante il golpe dei ‘trenta tiranni’ [404-403 a.C.]), sicché Tebe e Atene si trovano l’una accanto all’altra, contro Sparta, nella fallimentare ‘guerra di Corinto’ (395-386 a.C.). La sconfitta di Tebe portò alla scioglimento della Lega Beotica, ma la rivalsa della città non tardò a venire dalla nuova classe dirigente democratica che vi si stabilì a partire dal 379 a.C.: inizia la fase dell’egemonia tebana, durante la quale, sotto la guida di Epaminonda e Pelòpida, Tebe riuscì a infliggere rovinose sconfitte alla rivale Sparta (celebri le battaglie di Lèuttra [371 a.C.] e Mantinèa [362 a.C.]). Il periodo fu comunque effimero; nessuna polis greca infatti mostrava ormai di poter assumere uno stabile controllo sulla politica e sull’economia elleniche. Durante la ‘terza guerra sacra’ (uno dei molti conflitti che si giocarono intorno al santuario di Delfi), negli anni 357-346 a.C., Tebe fu duramente battuta dalla Macedonia di Filippo II, e un nuovo, letale insuccesso segnò la sua partecipazione alla coalizione antimacedone (fortemente voluta dall’ateniese Demostene) che fu sconfitta a Cheronea nel 338 a.C. Un tentativo di rivolta contro Alessandro Magno fu duramente soffocato e portò all’esemplare distruzione della polis, che suscitò immenso scalpore fra i Greci (335 a.C.). L’acropoli fu ricostruita soltanto nel 316 a.C., ma Tebe era ormai destinata a giocare un ruolo secondario nel corso della tarda età ellenistica e della dominazione romana. Ridotta territorialmente da Silla nell’86 a.C., mantenne soltanto un certo prestigio culturale per l’antichità della sua storia e per le competizioni atletiche che vi si svolgevano periodicamente. Duramente attaccata dai Goti nel 395 d.C., fu nuovamente fortificata in età giustinianea, ma rimase da allora una piccola e ininfluente città per tutta l’età bizantina. [Federico Condello]
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