Corinto
(gr. Kórynthos, lat. Corinthus)

Generalità
Città situata sulla costa del Peloponneso nord-orientale, all’estremità occidentale dell’istmo che unisce Megaride e Argolide, tra il golfo di Corinto e il golfo Saronico. In età micenea Corinto sorgeva verosimilmente qualche chilometro più a nord della città classica. I cronografi antichi ne attribuivano la fondazione all’eroe Sìsifo, datandola al 1428 a.C..

Protostoria e periodo arcaico
L’appartenenza della città all’àmbito culturale e dialettale dorico è sancita miticamente dalla presunta discendenza eraclide dei Bacchìadi (Eracle-Antioco-Filante-Ippote-Alete: tradizionalmente 1074-891 a.C.), genos aristocratico che mantenne la regalità vitalizia, secondo le fonti, dall’891 al 747 a.C., praticando un sistema molto ferreo di unioni matrimoniali endogamiche.

Dal 747 a.C. al 657 a.C. il governo della polis sarebbe stato affidato alla rotazione annuale di magistrati detti prìtani e scelti ancora fra i Bacchìadi (Diodoro, VII 9; Strabone, VIII c 378; Pausania, II 4). Nel 657 a.C. il Labdàcide Cìpselo (Bacchìade per parte di madre) avrebbe instaurato una tirannide destinata a durare per quasi tre quarti di secolo: secondo Aristotele (Politica 1315b), Cipselo avrebbe regnato 30 anni, suo figlio Periandro 40 e mezzo, il successore Psammetico – nipote di Periandro – solo 3 anni. Molti studiosi moderni tendono però ad abbassare la datazione della tirannide cipselide fino al 620/10-550 a.C. ca.

Al periodo tirannico seguì un regime aristocratico moderato, che il corinzio Socle (Erodoto, V 92, 1a) definisce implicitamente «isocrazia» (nozione affine a quella di isonomìa). Durante l’VIII e il VII sec. a.C. Corinto partecipa, come le altre poleis greche, al fenomeno della ‘seconda colonizzazione’, che da parte corinzia conduce fra l’altro alla fondazione di Siracusa, di Corcira (entrambe nel 733 a.C., secondo le fonti antiche), di Ambracia, di Apollonia, di Epidamno e di Potidea (periodo di Periandro?).

In età arcaica la città si segnala, oltre che per un’avanzatissima tecnologia navale, per una massiccia produzione di ceramica che inizia alla metà dell’VIII sec. (740-650 a.C. ca.: ‘protocorinzio antico e medio’) e raggiunge il suo apogeo intorno al 700 a.C.. Il periodo successivo (650-630 a.C. ca.: ‘protocorinzio tardo’) vede un momento di grande espansione produttiva, che conduce al cosiddetto ‘corinzio’ (620-530 a.C. ca.): la produzione si assesta su uno standard stilistico durevole, che indica un livello ormai molto allargato di commercializzazione.

In sede storiografica, è molto discusso il rapporto fra il boom commerciale corinzio – che nel periodo protocorinzio soppianta ogni altra produzione greca di ceramica – e la politica economica dei Bacchìadi e dei Cipsèlidi, probabili promotori del fenomeno.

Durante il VI sec. Corinto entra a far parte della Lega Peloponnesiaca (fondata intorno al 550 a.C.) e combatte a fianco di Sparta contro Samo. La città prende parte alle guerre Persiane inviando i suoi uomini a Platea (479 a.C.). Nel 459 a.C. combatte contro Atene un conflitto che costituisce il più diretto antefatto della guerra peloponnesiaca: dalla rivalità fra Atene e Corinto (cfr. Tucidide, I 103) deriva anche il casus belli di quest’ultima, con l’intervento contrapposto dei Corinzi e degli Ateniesi nei conflitti civili di Corcira (435-433 a.C.), e con le ingerenze di Atene nella vita politica della colonia corinzia di Potidea (432-431 a.C.).

A partire dal 395 si combatte fra Atene, Sparta e rispettivi alleati la cosiddetta ‘guerra di Corinto’, che vede fra l’altro – in seguito a un golpe democratico – l’annessione di Corinto ad Argo (392-386 a.C.).

L’età classica e l’età romana
Nel corso del IV sec. la città mantiene una posizione di sostanziale neutralità di fronte ai grandi eventi politico-militari che interessano la Grecia continentale: la guerra tebano-spartana e le guerre fra i successori di Alessandro, durante le quali fu peraltro sede del dinasta Antìgono Gònata.

Nel 344-341 si segnala l’intervento di Corinto in Sicilia, contro i Cartaginesi, al comando del generale Timoleonte. Dopo il 338 a.C. la città divenne il centro della nuova Lega Ellenica promossa da Filippo II di Macedonia.

Nel 243 a.C. Corinto entrò a far parte della Lega Achea. Nel 224 a.C. appoggiò Cleòmene III contro Arato e i Macedoni. Dopo la sconfitta, rimase dominio macedone fino alle campagne romane del 198-196 a.C., al termine delle quali fu dichiarata polis libera ed acquisì la guida della Lega Achea. Nel 146 a.C. fu per questo espugnata e distrutta dal console romano L. Mummio.

Riedificata ed eretta a colonia romana sotto Cesare (44 a.C.), con il nome di Colonia Laus Iulia Corinthus, fu ‘capitale’ della provincia Acaia. In età imperiale e tardo-antica Corinto rimase un importante centro politico-amministrativo, ospitando peraltro una chiesa di fondazione paolina. Nel 521 d.C. venne quasi completamente distrutta a causa di un terremoto. In età bizantina fu il porto principale del distretto Ellade e quindi (dal IX sec.) capitale del distretto Peloponneso.

Successivamente Corinto conobbe la dominazione normanna (1147), veneziana (fino al 1715) e turca (fino al 1821). Nel 1858 un terremoto distrusse quasi totalmente la città vecchia. Nel 1896 iniziarono gli scavi archeologici sul sito dell’antica polis. La nuova Corinto è attualmente capoluogo del nomos di Corinzia.

[Federico Condello]