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Menelao
(gr. Menélaos; lat. Menelaus)
Mito e culto
Figlio di Eròpe e del re di Micene Àtreo, era fratello minore di Agamennone (per questo i due principi erano indicati come Atridi). Essendo divenuto sposo di Elena, ricevette in eredità da Tìndaro, suo suocero, il trono di Sparta; da Elena ebbe la figlia Ermione, mentre da una schiava gli nacque un figlio, Megapente (Odissea IV 11). Lottò valorosamente a Troia, abbattendo un gran numero di nemici e si scontrò direttamente anche con Paride, che, mentre egli era a Creta, si era reso responsabile della seduzione e del rapimento della moglie, e in ultima istanza della guerra in corso. Non potè tuttavia ucciderlo poiché Afrodite salvò il principe troiano avvolgendolo in una nube e allontanandolo dal campo di battaglia. Nella presa di Troia Menelao riuscì invece a eliminare Deìfobo, che dopo la morte di Paride aveva sposato Elena. Caduta la città nemica, Menelao fu tra i primi a salpare alla volta della Grecia, insieme con Elena e Nèstore, ma raggiunse la patria solo otto anni dopo. Tra le varie peripezie si racconta di un soggiorno in Egitto, durato alcuni anni, che avrebbe arricchito notevolmente Menelao. Rientrati in patria, Elena e Menelao trascorsero un’esistenza tranquilla e pare anzi fossero destinati, secondo la profezia di Pròteo (Odissea IV 451 ss.) a non conoscere la morte, ma a essere condotti nei Campi Elisi (per le altre versioni del mito cfr. Elena). Esisteva un culto di Menelao strettamente connesso a quello di Elena: in Arcadia gli erano consacrati un platano e una sorgente, mentre a Teràpne, sul fiume Euròta, un santuario dedicato a Elena portava il nome di Menélaion; in questo luogo i due erano venerati come coppia infera.
Arte e letteratura
La figura di Menelao è in primo piano nell’Iliade e nell’Odissea, nella Palinodia di Stesicoro, nell’Aiace di Sofocle e in Euripide (Elena, Ifigenia in Aulide, Andromaca, Oreste, Troiane). Nell’arte antica le scene del combattimento tra Menelao ed Ettore o quelle dell’incontro con Elena a Troia, o ancora quelle in cui Menelao riporta al campo greco Patroclo ferito, si trovano spesso raffigurate su vasi greci e su pitture murali.
[Elena Esposito]
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