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Clitemnestra
(gr. Klutaimnéstra; lat. Clytaemnestra)
Figlia di Tìndaro, re di Sparta, e di Leda, era sorella di Elena, Càstore e Pollùce, Timandra e Filònoe; il nome – la cui forma più antica è Klutaiméstra, mentre la forma Klutaimnéstra appare nei manoscritti medioevali dell’Odissea – deriva da klutós («inclito», «celebre») e méstor («consigliere», «ispiratore»). Sposò dapprima Tàntalo, da cui ebbe un figlio (Euripide, Ifigenia in Aulide 1148), poi si unì in seconde nozze ad Agamennone, dopo che costui le ebbe ucciso il primo marito e il figlio. Sulla prole generata ad Agamennone le versioni discordano: nell’Iliade (IX 142-145; 284-287) sono menzionati Crisòtemi, Laodìce, Ifianassa, Oreste; in testi successivi, invece, appaiono Elettra e Ifigenìa. Durante la guerra di Troia Clitemnestra, sedotta dal cugino Egisto, si legò a lui tradendo il marito; i due progettarono dunque e attuarono l’uccisione di Agamennone, reduce con Cassandra dalla guerra. Troveranno tuttavia la morte per mano di Oreste, tornato dalla Fòcide (dove era stato allevato, dopo l’assassinio del padre) a Micène per vendicare Agamennone.
Clitemnestra, menzionata una volta nell’Iliade e due nell’Odissea, assume però un rilievo di primo piano nei lirici (Stesìcoro; Pindaro, Pitica 11), dove si sottolinea il suo ruolo nell’assassinio di Agamennone e di Cassandra, quindi nei tragici: soprattutto nell’Agamennone (ma anche nelle Coefore) di Eschilo, nell’Elettra di Sofocle e di Euripide. In epoche successive la storia di Agamennone e Clitemnestra compare, per esempio, in Boccaccio (De casibus virorum illustrium, De claris mulieribus), poi nel dramma cinquecentesco Die mörderische Königin Clitimestra («Clitemnestra regina assassina») di H. Sachs, quindi in numerosi drammi barocchi e neoclassici.
[Elena Esposito] |