Astianatte
(gr. Astuánax, lat. Astyanax)

Unico figlio di Ettore e Andromaca, noto anche con il nome di Scamandrio: il nome parlante o soprannome Astianatte («re della città») gli deriva dal ruolo riconosciuto al padre in quanto principale difensore di Troia (il trasferimento delle caratteristiche del padre nel nome del figlio è attestato, per esempio, anche nel caso di Odisseo e Telèmaco [«colui che combatte lontano»]).

Egli è al centro del toccante incontro fra Ettore e Andromaca nel VI libro dell’Iliade: Astianatte, vezzeggiato dal padre, scoppia a piangere dinanzi all’imponente pennacchio che ondeggia sull’elmo di Ettore; è questa la più famosa rappresentazione della realtà infantile nella letteratura greca arcaica.

Tragica, e celebrata dalla tragedia, la fine di Astianatte, che muore ucciso dopo la presa di Troia, su suggerimento di Odisseo, affinché sia estinta la stirpe di Ettore e sottratta ogni possibilità di vendetta: il bambino viene scaraventato dalle mura della città, con immenso dolore della madre e della nonna Ecuba (Euripide, Troiane, 713 ss.; Andromaca, 8-11). Una diversa tradizione, seguita dal Ciclo epico, vuole che Astianatte sia stato ucciso da Neottolemo, il figlio di quell’Achille che aveva sconfitto e ucciso suo padre.

[Federico Condello]