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Pìlade
(gr. Puládes; lat. Pylades)
Figlio di Stròfio, re della Fòcide e di Anassìbia, sorella di Agamennone, divenne compagno inseparabile del cugino Oreste che crebbe e fu educato insieme a lui; dopo l’uccisione di Agamennone da parte di Clitemnestra ed Egisto, Elettra aveva infatti inviato segretamente il fratello alla corte di Strofio, sperando così di metterlo in salvo. La figura di Pilade è ignorata da Omero, mentre ha un certo rilievo nei tragici (ma nell’Elettra di Sofocle ed Euripide è personaggio muto [cfr. kophà prósopa). Ad Argo, nella sua impresa vendicatrice, Oreste lo ha accanto come aiutante: è lui infatti che nelle Coefore eschilee esorta Oreste a colpire Clitemnestra, ricordandogli l’oracolo di Apollo che gli ingiungeva di non lasciare impunita l’uccisione del padre; anche nell’Ifigenia in Tauride di Euripide Pilade ha un ruolo non marginale: egli accompagna Oreste nel Chersonèso Taurico, dove l’amico doveva recuperare e riportare in Attica una statua di Artemide. Alla fine, Pilade sposò Elettra.
[Elena Esposito]
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