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Verga: I Malavoglia


Aci Trezza


Verga sceglie di narrare la sua storia collocandola in un piccolo paese siciliano di pescatori. Non potrebbe essere maggiore il distacco rispetto alle ambientazioni dei romanzi di Zola. Questi, pur inserendo alcune sue narrazioni nella provincia francese, predilige i grandi scenari parigini dove si rivela con estrema chiarezza la lotta per il potere, la ricchezza, gli onori e la fama.

La società francese che descrive è molto complessa. L’Italia dei Malavoglia è invece l’Italia di un Sud profondo, ancorato a valori preindustriali. La scelta di Verga è esplicitata nella prefazione al romanzo: «Il meccanismo delle passioni che la [le attività umane] determinano in quelle basse sfere è meno complicato». Aci Trezza e gli uomini che vi abitano offrono al narratore una semplicità originaria che meglio ci può fare capire gli impulsi fondamentali dell’uomo.

In Eros Verga aveva detto: «Tutta la scienza della vita sta nel semplificare le umane passioni e nel ridurle alle proporzioni naturali». E ancora in Fantasticheria: «Bisogna farsi piccini … chiudere tutto l’orizzonte fra due zolle, e guardare col microscopio le piccole cause che fanno battere i piccoli cuori». Verga aveva previsto per i romanzi successivi ai Malavoglia realtà sempre più complesse, ma l’inizio doveva essere nell’ambiente più vicino a quello naturale.

Faceva parte di un progetto scientifico e letterario, andare alle radici di ciò che è umano così come avviene nell’esperimento che neutralizza i fattori di disturbo.
Non è, quindi, la scelta di Verga soltanto un riflesso del diverso sviluppo economico e politico dell’Italia, ma una precisa rivendicazione di poetica verista.



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