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Verga: I Malavoglia


Due ideologie a confronto: padron ’Ntoni e il nipote

«Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza.» Così inizia il romanzo che è storia di una famiglia (i Malavoglia) e di un paese (Aci Trezza).

La metafora della mano per indicare la compattezza e l’ordine gerarchico della famiglia indica come i Malavoglia siano, nella loro globalità, il protagonista del testo narrativo:
« E la famigliola di padron ’Ntoni era realmente disposta come le dita della mano. Prima veniva lui, il dito grosso, che comandava …, poi suo figlio Bastiano … Poi veniva la Longa …; infine i nipoti in ordine di anzianità».
I singoli contano poco, purché rimanga l’unità del nucleo.

A rappresentare la famiglia è padron ’Ntoni, il patriarca che rappresenta i valori del focolare domestico. Quando è malato e sembra che gli resti poco da vivere dice alla famiglia riunita: «Finché vi aiuterete l’un l’altro i guai vi parranno meno gravi».

Nella contrapposizione tra padron ’Ntoni e il nipote ’Ntoni sono a confronto due diverse concezioni: una è quella della famiglia e del lavoro per la famiglia, della continuità con le tradizioni del passato, l’altra è quella della fuga verso la città e la ricchezza, della novità e della ribellione.
’ Ntoni dice: «Io non sono una passera. Io non sono una bestia come loro. Io non voglio vivere come un cane alla catena, come l’asino di compare Alfio, o come un mulo da bindolo, sempre a girare la ruota; io non voglio morir di fame in un cantuccio, o finire in bocca ai pescicani».

Dalla parte di padron ’Ntoni si schierano Bastiano (che morirà durante una tempesta in mare), la Longa (sua moglie, che morirà di colera), Luca (che morirà nella battaglia di Lissa), Mena (che sceglie la solitudine per senso di responsabilità), Alessi (che diventerà il capo della famiglia e colui che ridarà la casa dei lupini ai Malavoglia). Dalla parte di ’Ntoni si schiera Lia, la figlia più piccola di Bastiano. La sua storia è tragica come quella di ’Ntoni. Entrambi finiranno male, ’Ntoni in carcere e Lia scapperà in città verso una vita a cui si accenna soltanto con una sorta di pudore. Ma sarà proprio ’Ntoni il personaggio più sfaccettato, quello che più si caratterizza rispetto agli altri che manterranno una loro identità nel loro riferirsi alla famiglia. ’Ntoni tenta di diventare ricco in città, si ribella e precipita nel delitto.

È a lui, comunque, che Verga affida il compito di chiudere il romanzo:
« E se ne andò con la sua sporta sotto il braccio… Soltanto il mare gli brontolava la solita storia lì sotto, in mezzo ai fariglioni, perché il mare non ha paese nemmen lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole…».

' Ntoni è un personaggio mobile che forse più degli altri appartiene alla categoria dei vinti. Se padron ’Ntoni è un vinto perché rappresenta un mondo che va scomparendo, ’Ntoni è un vinto perché cerca di uscire da quel mondo ma viene umiliato e distrutto. È il personaggio che più si avvicina ai personaggi di Zola e di essi mantiene l’impulso a rompere barriere e a emergere.

Potremmo considerare come ultimo componente dei Malavoglia anche la Provvidenza, la barca con cui la famiglia va a pescare. Verga, quando la descrive, usa spesso tratti antropomorfi per sottolinearne l’appartenenza all’ambito familiare:
« La Provvidenza l’avevano rimorchiata a riva tutta sconquassata, così come l’avevano trovata di là dal Capo dei Mulini, col naso tra gli scogli, e la schiena in aria».

I Malavoglia vivono in una realtà in cui persone, cose, ambiente si fondono in un tutt’uno ed essi stessi sono una identità inestricabile, mentre i personaggi di Zola hanno una spiccata individualità benché pesino tare ereditarie e condizionamenti ambientali.



Verga: I Malavoglia

Impersonalità e oggettività

Aci Trezza

La società meridionale nell’Italia Unita