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Sèmele
(gr. Seméle, lat. Semele).
Figlia del re tebano Cadmo e della dea Armònia, suscitò l’amore di Zeus che si unì a lei e la lasciò incinta di Dioniso. Era, ingelosita, indusse Semele a chiedere che Zeus – previo giuramento che costringesse il dio a realizzare qualsiasi suo desiderio – le si manifestasse in tutto il suo fulgore, com’egli si manifestava agli altri immortali. La vista di tale spettacolo causò la morte per incenerimento della donna, ma Zeus riuscì a trarre dal ventre della madre il piccolo Dioniso, la cui gestazione sarebbe quindi proseguita – secondo la più nota versione del mito – dentro un’apposita cavità ricavata in una coscia di Zeus. In séguito, secondo alcune varianti della vicenda, Dioniso sarebbe disceso nell’Ade per recuperare la madre e riportarla, divinizzata, sull’Olimpo. Quale che sia l’origine del personaggio di Semele – il nome la denuncia per extra-greca, e alcuni studiosi hanno pensato all’area tracio-frigia – è documentata in sede letteraria e artistica la sua enorme importanza nel culto dionisiaco: la madre compare spesso accanto al figlio, a formare una coppia divina consacrata dal mito e dalle pratiche rituali, non senza il concorso delle altre figlie di Cadmo coinvolte nelle vicende del giovane Dioniso. Non di rado Semele è invocata con il nome sacro di Thiòne (così sin dal primo degli Inni omerici, e in séguito nella tradizione misterica che si richiama al nome di Orfeo e che ebbe numerosi legami con il dionisismo).
[Federico Condello]
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