Argolide
(gr. Argolís, Argoliké, lat. Argolis)

Posizione
L’Argolide dell’età classica, come poi dell’epoca romana, corrisponde all’area orientale del Peloponneso, confinante a nord con la Fliasia e con la Corinzia, a est con il golfo Saronico e il mare Mirtoo, a sud con la Laconia e a ovest con l’Arcadia. In Omero l’espressione Achaikón Árgos designa la pianura argolica o forse parte più estesa del Peloponneso, sottoposta a Diomede; ma árgos è espressione generica indicante una pianura (con lo stesso termine ci si riferisce, per esempio, alla Tessaglia).

Profilo oro-idrografico
La regione è estesamente montuosa, e comprende a nord un’alta catena (con le cime dell’Apesas, dell’Acrea e dell’Arcaneo) che si allunga sulla costa orientale (un altipiano notevole è ivi la penisola di Metana). A ovest si elevano i monti Parno, Partenio, Artemisio e Lirceo. Al confine con la Laconia è la piana di Cinuria (detta anche Tireatide) che fu a lungo contesa fra Sparta e Argo. Ma l’unica vera pianura è quella che circonda la centrale città di Argo, dove sorgevano anche Micene e Tirinto. Già l’espressione omerica poludípsion Argos indica la scarsa portata dei fiumi argolici: il corso d’acqua principale è l’Inaco, che sorge sull’Artemisio.

Storia
Secondo la leggenda, i più antichi abitanti dell’Argolide furono gli Ioni della Cinuria, cui ben presto subentrarono i cosiddetti Pelasgi di Inaco (una popolazione sulla cui origine e caratterizzazione etnica si discute tuttora) e quindi i Pelopidi. È questa la dinastia cui appartiene Agamennone, mitico re di Micene in Omero (mentre il resto dell’Argolide sarebbe spettato a Diomede). La città di Argo, in età micenea, appare un centro di notevole ricchezza fra XIV e XIII sec. a.C.. Intorno al X sec. a.C. vi si installarono gruppi di Dori, che diedero luogo a un’originale mistione con l’elemento etnico precedente. Nel corso dell’VIII sec. a.C., secondo la tradizione, sulla regione avrebbe regnato Fidone, celebre per le sue riforme e per aver esteso il controllo da Argo a Corinto, Egina, Epidauro e Trezene. Nel corso del VI sec. a.C. la città dovette affrontare lunghe guerre con Sparta, che le sottrasse la Cinuria: la sconfitta definitiva di Argo si data al 519 a.C. La città andò incontro a una nuova fase di crescita verso la fine del V sec. a.C., quando per qualche tempo si legò ad Atene e tornò ad essere una temibile rivale per Sparta. Nel corso della guerra corinzia (395-386 a.C.) conobbe un’effimera unificazione con Corinto. Essa partecipò quindi alla Lega Achea (rifondata nel 281 a.C. dopo un lungo periodo di eclissi) e fu duramente sconfitta dai Romani, che la inclusero nella provincia Acaia (146 a.C.). Argo rimase una città di secondaria importanza per tutta l’età tardo-repubblicana e imperiale romana.

[Federico Condello]