Lacuna

Termine con cui si indica la mancanza, in un testo, di lettere, parole, interi passi, dovuta a danneggiamenti fisici subiti dal supporto scrittorio (lacerazioni, bruciature, tarlature etc.) o a errori nella trascrizione o nella stampa del testo stesso (cfr. corruttèla). Laddove sia possibile, le lacune vengono colmate da ricostruzioni ipotetiche del testo perduto: tali ricostruzioni si chiamano ‘integrazioni’. Le integrazioni vengono segnalate nel testo all’interno di parentesi quadre, qualora le lacune siano certe, e specialmente quando derivino da un danno fisico del supporto scrittorio (anche se l’uso non è stabile, e talvolta le parentesi quadre vengono utilizzate per indicare l’espunzione); se invece le lacune sono congetturali – cioè se esse sono ipotizzate dall’editore per ragioni di senso, metro etc. – le integrazioni sono segnate in genere fra parentesi uncinate. Se non è possibile colmare la lacuna (cioè ricostruire secondo una certa verosimiglianza la porzione di testo perduta), ma solo indicare la sua ampiezza si porranno tra parentesi quadre un numero di puntini o una cifra corrispondente alle lettere mancanti. Esempio: per indicare una lacuna di circa sei lettere si scriverà: [......] oppure [± 6] (leggi: «più o meno sei lettere»). Se l’integrazione alla lacuna non è ipotetica, ma deriva da altra fonte (per esempio una citazione di quello stesso passo in un autore diverso, o un manoscritto rispetto all’edizione di un papiro o viceversa) si utilizzano le mezze parentesi quadre.

[Elena Esposito]