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Aidós
(gr. Aidós [femm.], lat. Pudor)
Personificazione di un valore morale assai ampio e complesso, che solo in maniera imperfetta corrisponde al «pudore» o alla «vergogna»: esso comprende più ampiamente il rispetto dovuto alle proprie e alle altrui competenze, nel contesto di una società fondata sulle differenze di status che, conformemente ai principi dell’aristocrazia arcaica, classificava con particolare scrupolo ruoli, funzioni, identità comunitarie. Non a caso, nel mito narrato dal Protagora di Platone, Aidós e Dike sono i due doni che Zeus, tramite Ermes, offre agli uomini, per garantire la solidarietà sociale. Essa compare accanto a Nemesi in Esiodo (Opere, 200) e spesso nei tragici, in maniera tale da non rendere facile la distinzione fra il concetto astratto di aidós e la sua personificazione in veste di divinità. Ad Atene Aidós conosce un culto sull’acropoli, dove possiede un proprio altare, e a Sparta la fondazione del culto di Aidós era addirittura attribuita a Icario, padre di Penelope.
[Federico Condello]
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