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Giovanni Boccaccio
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Analisi del testo
Lo stalliere del re Agilulfo
[...] Agilulf, re de’ longobardi, sì come i suoi predecessori, in Pavia, città di Lombardia, avevan
fatto, fermò il solio
1
del suo regno, avendo presa per moglie Teudelinga, rimasta vedova d’Autta-
ri, re stato similmente de’ longobardi: la quale fu bellissima donna, savia e onesta molto ma ma-
le avventurata in amadore
2
. E essendo alquanto per la vertù e per lo senno di questo re Agilulf
le cose de’ longobardi prospere e in quiete, adivenne che un pallafreniere della detta reina, uo-
mo quanto a nazione
3
di vilissima condizione ma per altro da troppo più che da così vil mestiere
4
,
e della persona bello e grande così come il re fosse, senza misura della reina s’innamorò. E per
ciò che il suo basso stato non gli avea tolto che egli non conoscesse
5
questo amore esser fuori
d’ogni convenienza, sì come savio a niuna persona il palesava né eziandio
6
a lei con gli occhi ar-
diva discoprirlo. E quantunque senza alcuna speranza vivesse di dover mai a lei piacere, pur se-
co si gloriava che in alta parte avesse allogati i suoi pensieri
7
; e, come colui che tutto ardeva in
amoroso fuoco, studiosamente faceva, oltre a ogni altro
8
de’ suoi compagni, ogni cosa la qual
credeva che alla reina dovesse piacere. [...]
Né si fece
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a voler dir parole alla reina o a voler per lettere far sentire il suo amore, ché sapeva che
invano o direbbe o scriverebbe, ma a voler provare se per ingegno con la reina giacer potesse;
né altro ingegno né via c’era se non trovar modo come egli in persona del re
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, il quale sapea che
del continuo con lei non giacea, potesse a lei pervenire e nella sua camera entrare. Per che, acciò
che vedesse in che maniera e in che abito il re, quando a lei andava, andasse, più volte di notte in
una gran sala del palagio del re, la quale in mezzo era tra la camera del re e quella della reina, si
nascose: e intra l’altre una notte vide il re uscire dalla sua camera inviluppato in un gran mantello
e aver dall’una mano un torchietto
11
acceso e dall’altra una bacchetta, e andare alla camera del-
la reina e senza dire alcuna cosa percuotere una volta o due l’uscio della camera con quella bac-
chetta e incontanente
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essergli aperto e toltogli di mano il torchietto.
La qual cosa veduta, e similmente vedutolo ritornare, pensò di così dover fare egli altressì: e tro-
vato modo d’avere un mantello simile a quello che al re veduto avea e un torchietto e una maz-
zuola
13
, e prima in una stufa lavatosi bene acciò che non forse l’odor del letame la reina noiasse o
la facesse accorgere dello inganno, con queste cose, come usato era, nella gran sala si nascose.
E sentendo che già per tutto si dormia e tempo parendogli o di dovere al suo disiderio dare effet-
to [...], fatto con la pietra e con l’acciaio
14
che seco portato avea un poco di fuoco, il suo torchiet-
to accese e chiuso e avviluppato nel mantello se n’andò all’uscio della camera e due volte il per-
cosse con la bacchetta. La camera da una cameriera tutta sonnacchiosa fu aperta e il lume preso
e occultato: laonde egli, senza alcuna cosa dire, dentro alla cortina trapassato e posato il man-
tello, se n’entrò nel letto nel quale la reina dormiva. Egli disiderosamente in braccio recalatasi
15
,
mostrandosi turbato, per ciò che costume del re esser sapea che quando turbato era niuna cosa
voleva udire, senza dire alcuna cosa o senza a lui essere detta più volte la reina carnalmente co-
gnobbe
16
. E come che grave gli paresse il partire
17
, pur temendo non la troppo stanza
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gli fosse
cagione di volgere l’avuto diletto in tristizia, si levò e ripreso il suo mantello e il lume, senza alcu-
na cosa dire, se n’andò e come più tosto poté si tornò al letto suo.
Nel quale appena ancora esser potea, quando il re, levatosi, alla camera andò della reina, di che
ella si maravigliò forte; e essendo egli nel letto entrato e lietamente salutatala, ella, dalla sua leti-
zia preso ardire, disse: «Oh signor mio, questa che novità è stanotte? voi vi partiste pur testé da
Analisi del testo
1.
fermò il solio:
stabilì la sede.
2.
male ... amadore:
sfortunata in amore.
3.
quanto a nazione:
per nascita.
4.
da troppo ... mestiere:
di animo più elevato di quanto si convenisse
a un’occupazione così umile.
5.
non gli ... conoscesse:
non gli aveva impedito di capire.
6.
a niuna ... eziandio:
non lo manifestava a nessuno e nemmeno.
7.
pur seco ... pensieri:
tuttavia fra sé era orgoglioso di rivolgere il pro-
prio desiderio a una donna tanto nobile.
8.
oltre a ogni altro:
più di ogni altro.
9.
Né si fece:
e non si decise.
10.
in persona del re:
fingendo di essere il re.
11.
torchietto:
piccola torcia.
12.
incontanente:
subito.
13.
mazzuola:
piccola mazza.
14.
con la pietra e con l’acciaio:
con la pietra focaia e con l’acciarino.
15.
in braccio recalatasi:
dopo averla abbracciata.
16.
la reina ... cognobbe:
fece l’amore con la regina.
17.
E come ... partire:
e sebbene andarsene gli risultasse doloroso.
18.
temendo ... stanza:
temendo che il trattenersi troppo a lungo.
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