Giovanni Boccaccio
48
Guida all’interrogazione
Qual è la struttura del
Decameron
?
La risposta in sintesi
Il
Decameron
è composto da cento novelle, inserite in una cornice che narra come dieci giovani (sette ragaz-
ze e tre ragazzi) abbiano deciso di allontanarsi da Firenze in preda alla peste e rifugiarsi in campagna per tra-
scorrere piacevolmente il tempo. Ogni giorno uno dei giovani, nominato re o regina, stabilirà un tema sul qua-
le ciascuno racconterà una novella: alla fine della permanenza, i giovani avranno raccontato in tutto, in dieci
giorni (il titolo del libro significa infatti “Dieci gionate”), appunto cento novelle.
La risposta nei testi
T1
La cornice costituisce un “macroracconto” che raccoglie e attribuisce un significato strutturale alle no-
velle. Nella prima parte dell’
Introduzione
, che apre la cornice, il narratore si rivolge al proprio pubblico di
elezione (ossia le donne) e racconta i giorni terribili della peste di Firenze, quando con l’infuriare della ma-
lattia tutti i valori morali e civili vennero abbandonati, e la città sprofondò nel caos.
T2
La seconda parte dell’
Introduzione
narra le ragioni e i modi del ritiro in campagna dei dieci giovani fioren-
tini: per sfuggire alla peste e al degrado, Pampinea propone di trasferirsi in un luogo verdeggiante e sere-
no e di trascorrere il tempo in maniera onesta e piacevole, raccontando novelle secondo precise regole.
Quali sono i temi fondamentali del
Decameron
?
La risposta in sintesi
La potenza dell’amore, forza naturale irresistibile; il rapporto tra la fortuna (intesa laicamente come «caso») e la
virtù (cioè l’ingegno, l’industria, l’intelligenza) grazie a cui gli uomini diventano artefici del proprio destino; l’uso
abile e ironico del linguaggio; il gusto per la beffa; l’esaltazione dei valori positivi della nuova classe mercantile
(l’intraprendenza, la spregiudicatezza, il dinamismo) unita all’ammirazione per le virtù cortesi (la magnanimità,
l’amore disinteressato). Le cento novelle presentano innumerevoli combinazioni e variazioni di questi temi, in
una disposizione che secondo alcuni critici è «ascensionale».
La risposta nei testi
T4
T5
La fortuna determina la sorte degli uomini, e non sempre l’ingegno umano può opporvisi, come
dimostra la storia di Landolfo Rufolo. È tuttavia una manifestazione di avvedutezza (qualità tipicamen-
te mercantile) saper reagire alla fortuna, cogliendo le opportunità che essa offre e raggiungendo, attra-
verso le disavventure, una condizione di maturità, come accade ad Andreuccio.
T6
L’amore è il più potente degli istinti umani, e l’ingegno dell’uomo non può contrastarlo: per questo Li-
sabetta impazzisce e muore d’amore, riuscendo in questo modo a «sconfiggere» la mentalità duramen-
te mercantile dei fratelli.
T9
T10
Il linguaggio è un formidabile strumento dell’ingegno umano, che può essere utilizzato in mol-
ti modi diversi: per esempio, una battuta fulminante è capace di risolvere una situazione pericolosa (e
ciò può succedere perfino a un cuoco sempliciotto come Chichibio) o un discorso lungo ed elabora-
tissimo (come l’esilarante predica di frate Cipolla) può indurre l’uditorio a credere a un mondo comple-
tamente illusorio.
T11
La beffa rappresenta uno dei modi che l’uomo ha per esercitare la propria astuzia, il proprio abile uso
della parola: in questo universo comico vince chi dimostra maggior prontezza e capacità di sfruttare a
suo vantaggio le circostanze che la fortuna offre.
T3
T12
La novella con cui si apre il
Decameron
è incentrata sui vizi più tremendi, mentre la novella con-
clusiva offre la parabola esemplare di una donna dotata di virtù sublimi.
Domanda
1
Domanda
2
Guida all’interrogazione
TEST
ONLINE
V1_387_495_Boccaccio.indd 485
20/01/