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Il Medioevo
Il Decameron
Il fatto che la scena
sia ripetuta davanti al
pubblico, in un con-
testo accuratamen-
te e appositamente
preparato, trasforma
la caccia tragica in
una rappresentazio-
ne teatrale inserita
in uno scenario ele-
gante.
Dopo la reazione ca-
valleresca e cortese,
compare in Nastagio
una considerazione
utilitaristica, che gli
suggerisce di sfrut-
tare l’apparizione in-
fernale a proprio van-
taggio.
viene in questa guisa tanti anni seguitar quanti mesi ella fu contro a me crudele
41
.
Adunque lasciami la divina giustizia mandare a essecuzione, né ti volere opporre a
quello a che tu non potresti contrastare».
Nastagio, udendo queste parole, tutto timido
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divenuto e quasi non avendo pelo
addosso che arricciato non fosse, tirandosi adietro
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e riguardando alla misera gio-
vane, cominciò pauroso a aspettare quello che facesse il cavaliere; il quale, finito il
suo ragionare, a guisa d’un cane rabbioso con lo stocco in mano corse addosso alla
giovane, la quale inginocchiata e da’ due mastini tenuta forte gli gridava mercé, e
a quella con tutta sua forza diede per mezzo il petto e passolla dall’altra parte
44
. Il
qual colpo come la giovane ebbe ricevuto, così cadde boccone sempre piagnendo
e gridando: e il cavaliere, messo mano a un coltello, quella aprì nelle reni, e fuori
trattone il cuore e ogni altra cosa da torno, a’ due mastini il gittò, li quali affama-
tissimi incontanente il mangiarono. Né stette guari che la giovane, quasi niuna di
queste cose stata fosse, subitamente si levò in piè e cominciò a fuggire verso il ma-
re, e i cani appresso di lei sempre lacerandola; e il cavaliere, rimontato a cavallo e
ripreso il suo stocco, la cominciò a seguitare, e in picciola ora
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si dileguarono in
maniera che più Nastagio non gli poté vedere.
Il quale, avendo queste cose vedute, gran pezza
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stette tra pietoso e pauroso: e do-
po alquanto gli venne nella mente questa cosa dovergli molto poter valere
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, poi
che ogni venerdì avvenia; per che, segnato il luogo, a’ suoi famigliari se ne tornò,
e appresso, quando gli parve, mandato per più suoi parenti
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e amici, disse loro:
«Voi m’avete lungo tempo stimolato che io d’amare questa mia nemica mi riman-
ga
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e ponga fine al mio spendere, e io son presto di farlo dove voi una grazia m’im-
petriate
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, la quale è questa: che venerdì che viene voi facciate sì che messer Paolo
Traversari e la moglie e la figliuola e tutte le donne lor parenti, e altre chi vi piace-
rà, qui sieno a desinar meco. Quello per che io questo voglia, voi il vedrete allora».
A costor parve questa assai piccola cosa a dover fare; e a Ravenna tornati, quando
tempo fu, coloro invitarono li quali Nastagio voleva, e come che dura cosa fosse
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il potervi menare
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la giovane da Nastagio amata, pur v’andò con l’altre insieme.
Nastagio fece magnificamente apprestare da mangiare e fece le tavole mettere sot-
to i pini dintorno a quel luogo dove veduto aveva lo strazio della crudel donna; e
fatti metter gli uomini e le donne a tavola, sì ordinò, che appunto la giovane ama-
ta da lui fu posta a seder di rimpetto al luogo dove doveva il fatto intervenire
53
.
Essendo adunque già venuta l’ultima vivanda, e il romor disperato della cacciata
giovane da tutti fu cominciato a udire. Di che maravigliandosi forte ciascuno e do-
mandando che ciò fosse e niuno sappiendol dire, levatisi tutti diritti e riguardan-
do che
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ciò potesse essere, videro la dolente giovane e ’l cavaliere e’ cani; né gua-
ri stette che essi tutti furon quivi tra loro. Il romore fu fatto grande e a’ cani e al
cavaliere, e molti per aiutare la giovane si fecero innanzi; ma il cavaliere, parlan-
do loro come a Nastagio aveva parlato, non solamente gli fece indietro tirare ma
tutti gli spaventò e riempié di maraviglia; e faccendo quello che altra volta aveva
fatto, quante donne v’aveva
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(ché ve ne aveva assai che parenti erano state e del-
la dolente giovane e del cavaliere e che si ricordavano dell’amore e della morte di
lui) tutte così miseramente piagnevano come se a se medesime quello avesser ve-
duto fare. La qual cosa al suo termine fornita
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, e andata via la donna e ’l cavalie-
41.
me la conviene ... crudele:
io devo inse-
guirla
(«me la conviene ... seguitar»)
in tale modo
per tanti anni quanti furono i mesi in cui ella fu
crudele verso di me.
42.
timido:
timoroso.
43.
adietro:
indietro.
44.
diede ... parte:
la colpì in mezzo al petto e
la trapassò da parte a parte.
45.
in picciola ora:
in poco tempo.
46.
gran pezza:
molto tempo.
47.
questa cosa ... valere:
che questa cosa po-
teva tornargli molto utile.
48.
quando ... parenti:
quando lo ritenne op-
portuno, fatti chiamare
(«mandato per»)
nume-
rosi parenti.
49.
mi rimanga:
eviti, smetta.
50.
e io son ... impetriate:
e io son pronto a far-
lo se
(«dove»)
voi chiederete un favore per me.
51.
e come ... cosa fosse:
e sebbene fosse dif-
ficile.
52.
menare:
condurre.
53.
intervenire:
avvenire.
54.
riguardando che:
cercando di vedere che
cosa.
55.
quante donne v’aveva:
tutte le donne pre-
senti.
56.
fornita:
giunta, finita.
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