Giovanni Boccaccio
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Il Decameron
VI
(
segue
)
Elissa
Dioneo, ma comunque riguardante il potere
della parola).
L’ambientazione è toscana, i protagonisti
sono personaggi importanti (Giotto, Guido
Cavalcanti) ma anche umili (come il cuoco
Chichibio), come a suggerire una «democra-
zia dell’arguzia» che accomuna tutti coloro
che sanno usarla e apprezzarla.
6. Michele Scalza
7. Madonna Filippa
8. Fresco e la nipote
9. Guido Cavalcanti
10.
Frate Cipolla
VII
Dioneo
«Si ragiona delle beffe le quali o per amore
o per salvamento di loro le donne hanno
già fatto ai lor mariti, senza essersene essi
avveduti o no».
La beffa permette da un lato di esaltare la
vitalità e l’intraprendenza dei personaggi,
dall’altro di contrapporre all’intelligenza di
chi organizza e conduce la beffa la stupidità
o l’ingenuità di chi la subisce.
Il meccanismo delle beffe coniugali è ba-
sato sul triangolo amoroso (moglie-marito-
amante), in cui il marito ha quasi sempre
tratti di ottusità (ma anche di solidità sociale
e successo economico), l’amante è giovane
e vigoroso e la donna è astuta e inflessibile
nel dimostrare l’invincibilità della passione.
1. Gianni Lotteringhi
2. Peronella e il suo amante
3. Frate Rinaldo
4. Tofano e la moglie
5. Un marito geloso e la moglie
6. Madonna Isabella
7.
Ludovico e madonna Beatrice
8. Arriguccio e monna Sismonda
9.
Lidia e Pirro
10.
I due senesi
VIII
Lauretta
«Si ragiona di quelle beffe che tutto il giorno
o donna ad uomo o uomo a donna o l’uno
uomo all’altro si fanno».
I sovrani delle due giornate dedicate alle
beffe, Dioneo e Lauretta, costituiscono una
coppia singolare e di per sé beffarda, dato
che accosta il più audace e scanzonato tra
i novellatori e la fanciulla omonima della
donna amata da Petrarca. L’ambientazione
delle novelle è per lo più toscana, il ritmo
narrativo è veloce: dopo la VI giornata dedi-
cata alla virtù della parola, in questa giornata
e nella seguente contano le azioni, i fatti, le
strategie pratiche.
1. Gulfardo e Gasparruolo
2.
Il prete di Varlungo e monna
Belcolore
3. Calandrino e l’elitropia
4.
Il proposto di Fiesole
5. Tre giovani e un giudice
marchigiano
6. Calandrino e il porco
7.
Lo scolaro e la vedova
8. Spinelloccio di Tavena e Zeppa
di Mino
9. Maestro Simone, Bruno
e Buffalmacco
10.
La siciliana e il mercante
IX
Emilia
Libero («Si ragiona ciascuno secondo che gli
piace e di quello che più gli aggrada»).
La libertà tematica della penultima giornata
è un riassunto di tutti i materiali narrativi
esplorati preliminarmente nella prima gior-
nata. L’intento è quello di variare, e quindi
di evitare la monotonia degli argomenti e la
meccanicità della struttura.
1. Madonna Francesca, Rinuccio
e Alessandro
2.
La badessa e la monaca
3. Calandrino incinto
4. Cecco di messer Fortarrigo
e Cecco Angiolieri
5. Calandrino innamorato
6. Pinuccio e Adriano all’albergo
7. Talano d’Imolese
8. Biondello e Ciacco
9. Salamone e i due giovani
10. Donno Gianni e compar Pietro
X
Panfilo
«Si ragiona di chi liberalmente o vero magni-
ficamente alcuna cosa operasse intorno a’
fatti d’amore o d’altra cosa».
Liberalità e magnificenza sono due aspetti
della cortesia, caratterizzati dal valore eco-
nomico: essi coincidono infatti con la gene-
rosità, la capacità di donare largamente, e si
contrappongono all’avarizia, all’avidità, che
Boccaccio considera il difetto più riprovevo-
le della mentalità mercantile.
Le novelle hanno generalmente per protago-
nisti personaggi aristocratici, si svolgono in
ambienti nobiliari, si avvicinano in molti casi
alla struttura dell’
exemplum
perché attraver-
so di loro l’autore dichiara i propri valori e
propone modelli ideali di comportamento.
1.
Il Cavaliere e il re di Spagna
2. Ghino di Tacco e l’abate di Clignì
3. Mitridanes
4. Messer Gentil de’ Carisendi
5. Madonna Dianora e messer
Ansaldo
6.
Il re Carlo d’Angiò
7.
Il re Pietro d’Aragona
8. Gisippo e Tito Quinzio Fulvo
9. Messer Torello
10.
Il marchese di Saluzzo e Griselda
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