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Il Medioevo
Il Decameron
campagna, dove daranno vita a un microcosmo
sociale improntato a valori di cortesia e modera-
zione. Il loro soggiorno durerà in tutto quattor-
dici giorni (il doppio del tempo che fu necessario
alla creazione), da un mercoledì al martedì di due
settimane dopo; il venerdì e il sabato di ciascu-
na settimana saranno dedicati al riposo, gli altri
dieci giorni soprattutto a «novellare».
Ciascuno
dei dieci giovani sarà «regina» o «re» per un
giorno, a rotazione, e avrà il potere di stabi-
lire l’argomento dei racconti della giornata e
la successione dei narratori
. Ogni giornata, co-
sì, comprenderà dieci novelle, ognuna racconta-
ta da un giovane diverso. Ogni novella è prece-
duta da una «rubrica», che in poche righe ne ri-
assume la trama. Ogni giornata, infine, è conclu-
sa da una ballata.
I nomi dei componenti della «lieta brigata» sono
ripresi da opere precedenti dello stesso Boccaccio,
o comunque dalla tradizione letteraria classica o
romanza. I tratti dei dieci giovani novellatori sono
semplici e stilizzati e i loro nomi ne sintetizzano
la psicologia.
Panfilo
, già comparso nella
Teseida
e nell’
Elegia di madonna Fiammetta
, è l’amante feli-
ce;
Filostrato
, protagonista dell’opera omonima,
è l’amante infelice;
Neifile
, che significa «nuova
innamorata», è gaia e sensuale, mentre
Lauret-
ta
, la gelosa, richiama nel nome la Laura petrar-
chesca;
Fiammetta
è il nome della donna amata
da Boccaccio, dedicataria di diverse opere e pro-
tagonista dell’
Elegia
;
Pampinea
, già presente nel
Ninfale d’Ameto
e nel
Bucolicum carmen
, è «la ri-
gogliosa», l’amante opulenta e felice;
Elissa
, no-
me fenicio della Didone virgiliana, è l’adolescen-
te che ama non ricambiata;
Filomena
è l’amante
ardente;
Emilia
, che compare fra l’altro nella
Te-
seida
, è vanitosa e lusingatrice. Infine,
Dioneo
,
il cui nome deriva da Dione, madre di Venere,
è ammiccante e trasgressivo, ed è anche l’unico,
tra i giovani, a essere dispensato dalle regole fis-
se del narrare: chiede e ottiene, infatti, di avere
in ogni giornata tema libero e posizione finale. Il
suo implicito proposito è
scongiurare la noia di
una uniformità eccessiva
, ma la sua funzione è
molteplice:
alleggerire la tensione drammatica
con le sue novelle spesso licenziose,
abbassare i
toni troppo elevati
e (poiché racconta per ultimo)
orientare le scelte della giornata successiva
.
Oltre a precisare lo scenario in cui si colloca la
narrazione delle novelle,
la cornice ospita la vo-
ce del «narratore di primo grado»
. Boccaccio,
infatti, interviene all’inizio e alla fine di ciascuna
novella, per presentare rapidamente gli atteggia-
menti dei narratori e le loro reazioni di fronte al-
la vicenda che hanno ascoltato; e prende la paro-
la all’inizio e alla fine di ogni giornata per descri-
vere le attività che caratterizzano la compagnia.
In due occasioni questi interventi hanno un’im-
portanza particolare: nella quarta giornata, do-
ve l’autore conduce un’appassionata difesa della
propria opera dalle accuse di immoralità e rac-
conta a sua volta una breve novella (la cosiddet-
ta «novella delle papere»), quasi in concorrenza
con i propri personaggi (
i dieci giovani
, che so-
no
narratori «di secondo grado»
); e nella se-
sta giornata, che si apre con un vivace battibecco
tra due servi dei novellatori e si conclude con la
descrizione del bagno che le sette fanciulle fan-
no, una volta terminate le novelle, in un laghet-
to poco distante dalla loro dimora. In conclusio-
ne dell’opera, infine, l’autore narra il ritorno dei
dieci giovani a Firenze e si congeda brevemente
dai propri lettori.
La cornice assume un rilevante valore struttu-
rale e compositivo
, poiché consente di
ordina-
re una materia narrativa molto variegata
, di-
sponendola in una architettura articolata e bi-
lanciata. Se le novelle mostrano tutta la
varietà
del mondo
, anche nei suoi aspetti meno eleva-
Pagina di codice miniato del Decameron, xv secolo.
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