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Dall’età giolittiana alla prima guerra mondiale
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La prima guerra mondiale
Alla vigilia delle elezioni del 1913, le prime a suf-
fragio universale, l’ascesa del socialismo radicale
induce Giolitti a stipulare il cosiddetto
Patto Gen-
tiloni
, un accordo tra liberali e cattolici, che rien-
trano per la prima volta nella politica attiva dopo il
Non expedit
, cioè la disposizione con cui si dissua-
devano dall’attività politica, pronunciata da Pio IX
nel 1874. Tuttavia, proprio il
successo elettora-
le dei cattolici
, unito al rafforzarsi dell’ala socia-
lista, suscita tensioni all’interno dello schieramen-
to liberale, di tradizione laica, e
induce Giolitti a
dimettersi
nel 1914
, nella consapevolezza che la
linea politica moderata è ormai insufficiente per
governare il Paese, su cui peraltro si addensano i
presagi di guerra.
Che tipo di riforme attua il governo di Giolitti?
Quali sono le contraddizioni della politica
giolittiana?
Qual è il quadro politico che si verifica
alle dimissioni di Giolitti?
3.
La prima guerra
mondiale
Lo scoppio della guerra
Il 28 luglio 1914 a
Sarajevo un giovane nazionalista serbo pugnala a
morte l’
arciduca Francesco Ferdinando
, erede al
trono asburgico, fornendo la scintilla che determi-
na lo scoppio della grande guerra. L’Austria, nella
speranza di estendere il proprio dominio sui Bal-
Sosta di verifica
cani, dichiara guerra alla Serbia, mentre la Germa-
nia attacca la Russia e la Francia. L’invasione tede-
sca del Belgio induce anche l’Inghilterra a entrare
nel conflitto, presto appoggiata dal Giappone. Po-
co dopo, la Turchia scende in campo a fianco de-
gli imperi centrali.
A fronte della convinzione generale che il conflitto
debba essere di breve durata, la rete delle allean-
ze amplia invece enormemente lo scenario bellico,
trasformando la «guerra-lampo» in una lunga e
lo-
gorante guerra di trincea
di dimensioni mondia-
li, che costò 22 milioni di morti e assorbì comple-
tamente l’economia dei Paesi coinvolti. Per la pri-
ma volta nella storia, la guerra assume una
dimen-
sione totale
, non solo sul piano geografico ma an-
che per le nuove tecniche di combattimento (carri
armati, aerei) e soprattutto perché anche
le popo-
lazioni civili sono coinvolte
in maniera massic-
cia nel conflitto.
Il carattere di
estrema violenza
della prima guerra
mondiale nasce del resto anche da fattori ideologici,
che animano negli eserciti contrapposti sentimenti
di
odio nazionalistico
, alimentato da una martel-
lante propaganda che mira a una vera e propria di-
struzione del nemico
.
La guerra è percepita, anche
da molti intellettuali dell’epoca, come uno
scontro
fra due civiltà
, quella germanica da un lato e quel-
la occidentale dall’altro.
L’ingresso in guerra dell’Italia
Allo scop-
pio del conflitto, l’Italia mantiene inizialmente
una posizione di neutralità, in quanto il trattato
con la Triplice Alleanza aveva carattere difensi-
vo. La maggioranza silenziosa della popolazione
è del resto contraria al conflitto, mentre
la mag-
gior parte degli uomini di cultura
, dai futuristi
a Gabriele D’Annunzio, da Emilio Lussu a Benito
Mussolini (allora giornalista), si schierano
a favo-
re della guerra
, in cui vedono un’occasione di ri-
scatto nazionale.
Tra le forze politiche, sono numerosi gli
inter-
ventisti
: i nazionalisti, gli irredentisti e i liberali
di destra, oltre alle gerarchie militari e alla bor-
ghesia imprenditoriale cui fa capo l’industria bel-
lica. In questo clima i
neutralisti
, tra cui mol-
ti cattolici, socialisti e liberali giolittiani, vengo-
no travolti dall’aggressività del governo del Pre-
sidente del Consiglio
Antonio Salandra
, che sti-
pula in segreto con la Triplice Intesa il
Patto di
Londra
(col quale l’Italia si impegna a schierarsi
contro la Triplice Alleanza) e il
24 maggio
1915
entra in guerra a fianco della Triplice Intesa
,
in cambio della promessa di riottenere le terre di
Trento e dell’Istria.
Disegno satirico che raffigura gli imperi centrali risentiti contro l’Italia per la
conquista della Libia.
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