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Dall’età giolittiana alla prima guerra mondiale
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Luci e ombre della Belle époque
assumere
atteggiamenti nazionalistici
, che sfociano
sia nell’aggressività reciproca sia nella corsa al
colo-
nialismo
: il dominio diretto di territori (colonie) o
il controllo di aree di influenza è infatti funzionale
all’approvvigionamento di materie prime, all’allar-
gamento dei propri mercati, e allo stesso tempo ri-
sponde a scelte strategico-militari e ad ambizioni di
prestigio politico internazionale. Sul piano econo-
mico, infine, l’industria manifatturiera e quella si-
derurgica si convertono alla produzione massiccia
di armamenti su commissione statale.
Due schieramenti contrapposti
Questa si-
tuazione di «pace armata» viene garantita fino ai
primi anni del nuovo secolo dalla politica di equi-
librio internazionale del cancelliere tedesco Otto
von Bismarck. Tuttavia, nel quadro internaziona-
le emergono sempre più incolmabili tensioni tra le
potenze europee: la rivalità commerciale compor-
ta forme di chiusura al libero scambio in favore del
protezionismo
(la tutela della produzione nazio-
nale di contro alla concorrenza estera), le molte-
plici rivendicazioni territoriali tra nazione e nazio-
ne e l’esperienza colonialistica alimentano inoltre
l’idea della guerra.
In questo contesto, si vanno così profilando due op-
posti schieramenti: la
Triplice Alleanza
, sancita nel
1882 tra Germania, Austria e Italia, cui si contrap-
pone nel 1907 la
Triplice Intesa
che riunisce Fran-
cia, Inghilterra e Russia. L’aggressività della Germa-
nia, ostile al predominio marittimo inglese, la con-
correnza austro-russa per il predominio sui Balcani
e altri fattori di contrasto internazionale troveran-
no così il loro sbocco naturale nel primo conflitto
mondiale, col quale si chiude in tragedia il corso
della
Belle époque
.
Che cosa si intende per «
Belle époque
»?
Quali erano gli scopi del colonialismo?
Quali sono i due schieramenti che vengono
a delinearsi in Europa?
Sosta di verifica
La storia vista dalla letteratura
L’età d’oro della sicurezza
Nella sua autobiografia
Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo
lo scrit-
tore austriaco di origine ebrea Stefan Zweig (1881-1942) rievoca con
nostalgia gli anni della sua giovinezza, trascorsi nel benessere eco-
nomico e tra gli stimoli culturali della Vienna di inizio secolo. Di quel
periodo egli ricorda l’ottimismo e la fiducia nel progresso, destinati a
svanire nell’incubo sanguinoso dei due conflitti mondiali.
Se tento di trovare una formula comoda per definire quel tempo che pre-
cedette la prima guerra mondiale, il tempo in cui son cresciuto, credo di
essere il più conciso possibile dicendo: fu l’età d’oro della sicurezza. [...]
L’Ottocento, col suo idealismo liberale, era convinto di trovarsi sulla via
diritta ed infallibile verso «il migliore dei mondi possibili». [...] Tale fede
in un «progresso» ininterrotto ed incoercibile ebbe per quell’età la forza
di una religione; si credeva in quel progresso già più che nella Bibbia ed
il suo vangelo sembrava inoppugnabilmente dimostrato dai sempre nuovi miracoli della scienza e della tecni-
ca. [...] Nelle strade splendevano di notte al posto delle tremolanti lanterne le lampade elettriche, i negozi por-
tavano dalle vie centrali sino alla periferia il loro splendore seducente; già in grazia del telefono si poteva co-
municare da lontano, già si poteva correre nei carri senza cavalli con velocità impensate, già l’uomo si lanciava
nell’aria attuando il sogno di Icaro. Le comodità della vita passarono dalle dimore signorili a quelle borghesi;
non si dovette più attingere l’acqua dal pozzo o dal ballatoio, non più accendere con pena il fornello: si diffon-
deva l’igiene, spariva la sporcizia. Gli uomini diventavano più belli, più sani, più forti da quando lo sport ne
irrobustiva il corpo e sempre più raramente si vedevano deformi, gozzuti, mutilati: tutti questi miracoli erano
stati compiuti dalla scienza, arcangelo del progresso.
S. Zweig,
Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo
, traduzione di L. Mazzucchetti, Milano, Mondadori, 1994
Henri de Toulouse-Lautrec, Moulin Rouge:
La Goulue, 1891.
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