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L’Ottocento
Canti
dovuta all’
indifferenza di una natura malvagia
,
che suscita negli individui speranze destinate a
rimanere frustrate («O natura [...] perché di tanto
inganni i figli tuoi?», vv. 36-39).
Silvia e la ‘rimembranza’
La lirica si svolge come un’
allocuzione diretta
a Silvia, una figura femminile che, nata proba-
bilmente sulla base di un ricordo reale, assume
nel testo
connotazioni vaghe e volutamente
indeterminate
. La sua bellezza si esprime at-
traverso particolari sfuggenti (gli occhi «ridenti e
fuggitivi», v. 4; le «negre chiome», v. 45) e sem-
bra concentrarsi nel fascino del suo «perpetuo
canto» (v. 9).
La
trasfigurazione della realtà
risponde del re-
sto al desiderio di Leopardi di suscitare nel letto-
re sensazioni piacevoli attraverso immagini inde-
terminate, secondo la «
poetica del vago
» teoriz-
zata nello
Zibaldone
.
A questo principio va ricondotto anche il tema del-
la «rimembranza», cioè del
ricordo
, su cui si apre
la lirica («Silvia, rimembri ancora», v. 1) e attraver-
so il quale il testo è interamente filtrato. All’ide-
alizzazione delle speranze giovanili, portatrici di
piacere in quanto vaghe e indefinite, si sovrappo-
ne quindi la
dolcezza della memoria soggetti-
va
, di per sé piacevole sebbene in contrasto con
la durezza del presente («Quando sovviemmi di
cotanta speme, / un affetto mi preme / acerbo e
sconsolato», vv. 32-34).
Le scelte stilistiche e metriche
Come è tipico dei canti pisano-recanatesi, an-
che in
A Silvia
si alternano
due diversi registri
stilistici. Nelle
parti descrittivo-evocative
il
poeta ricorre a una forma relativamente sempli-
ce, con una
sintassi lineare
e prevalentemen-
te basata sulla coordinazione. In queste sezio-
ni Leopardi adotta ancora i moduli espressivi
della «poetica del vago», privilegiando
termini
polisemici
ed evocativi («perpetuo», «vago»,
«odoroso», ecc.), talvolta arcaicizzanti («rimem-
bri», «veroni», ecc.).
A queste sequenze si alternano tuttavia parti più
propriamente
riflessivo-argomentative
– come
la quarta strofa e il finale (vv. 52-63) – dedicate allo
svelamento del «vero» e marcate da una sintassi
più mossa ed enfatica, con numerose
esclama-
tive e interrogative
, un ritmo spezzato da
fre-
quenti
enjambement
e una prevalenza dei set-
tenari rispetto agli endecasillabi.
Dal punto di vista metrico,
A Silvia
è il
primo
esempio di «canzone libera»
o «leopardiana»,
in cui il poeta si libera da ogni convenzione let-
teraria per costruire un testo in cui la lunghezza
delle strofe e la disposizione dei versi e delle ri-
me al loro interno è molto varia.
Per comprendere
1
A chi si rivolge il poeta nella lirica?
2
Quali attività quotidiane svolgono Silvia e il poeta
rispettivamente nella seconda e nella terza strofa?
3
In quale punto del testo e perché si spezza la sim-
metria tra la vicenda di Silvia e quella di Leopardi?
4
Dopo essersi rivolto a Silvia e alla natura, a chi
parla il poeta nell’ultima strofa?
Per analizzare
5
Ricerca nel testo le espressioni che si riferisco-
no all’aspetto fisico, alla psicologia e agli atteg-
giamenti di Silvia e del poeta, individuando ana-
logie e differenze tra i due personaggi.
6
Quale rapporto si stabilisce nel finale tra Silvia e
la speranza? Che cosa significa che la speranza
cade «all’apparir del vero» (v. 60)?
7
La lirica è costruita sulla contrapposizione tra
un passato felice e l’infelicità del presente.
Individua nel testo le spie linguistiche di que-
sta antitesi, a partire dall’analisi dei tempi
verbali.
8
Quali differenze stilistiche noti tra le strofe pro-
priamente descrittive e le parti più riflessive?
9
Analizza la canzone dal punto di vista metrico
e fonico. In quali parti prevalgono i settena-
ri e dove invece gli endecasillabi? Per quale
motivo?
Per scrivere
10
A Silvia
appartiene ai canti pisano-recanatesi,
detti anche «grandi idilli». Quali differenze tema-
tiche e formali caratterizzano questa fase della
poesia di Leopardi rispetto ai «piccoli idilli», co-
me
L’infinito
? Rispondi facendo riferimento ai
testi analizzati.
Lavoriamo sul testo
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