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Giacomo Leopardi
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A Silvia
Anche peria fra poco
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la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovanezza
31
. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell’età mia nova,
55
mia lacrimata speme!
32
Questo è quel mondo? questi
i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi
onde cotanto ragionammo insieme?
33
Questa la sorte dell’umane genti?
34
60
All’apparir del vero
tu, misera, cadesti
35
: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano
36
.
31.
Anche ... giovanezza:
anche la mia dolce
speranza sarebbe scomparsa di lì a poco; an-
che alla mia vita
(«agli anni miei»)
il destino
(«i
fati»)
ha negato la giovinezza.
32.
come ... speme!:
come sei svanita rapida-
mente, o cara compagna della mia giovinezza
(«dell’età mia nova»)
, o mia rimpianta
(«lacrimata»)
speranza!
Il poeta si rivolge ora direttamente alla pro-
pria speranza personificata, di cui Silvia è il simbolo.
33.
Questo ... insieme?:
sarebbe dunque que-
sto quel mondo vagheggiato in gioventù? Questi
i piaceri, l’amore, le nobili attività
(«opre»)
e i fatti
(«gli eventi»)
di cui tanto abbiamo parlato insieme?
34.
Questa ... genti?:
questo è il destino del
genere umano?
35.
tu ... cadesti:
tu, mia povera speranza, sei
crollata.
Il vocativo è riferito alla speranza; ma il
verbo «cadere», nel suo duplice senso di “tramon-
tare” e “morire”, coinvolge anche la sorte di Silvia.
36.
la fredda ... lontano:
indicavi da lonta-
no la gelida morte e una tomba spoglia
(«ignu-
da»)
.
«Fredda» e «ignuda» indicano una morte oltre
la quale non v’è alcuna vita ultraterrena, ma solo la
cessazione del dolore.
Comprensione
La lirica presenta una struttura attentamente ca-
librata, fondata su precise
simmetrie interne
.
Dopo una breve strofa introduttiva (vv. 1-6) in cui
il poeta invoca Silvia e la invita al ricordo, la
se-
conda e la terza strofa
, tra loro simmetriche, so-
no dedicate alla
rievocazione dell’adolescenza
di Silvia
(vv. 7-14)
e del poeta
(vv. 15-27). In una
serena atmosfera primaverile, i due giovani si de-
dicano alle rispettive occupazioni, in fiduciosa at-
tesa del «vago avvenir» (v. 12).
La
quarta strofa
, al centro del canto, interrompe
il ricordo con un’
amara riflessione
del poeta sul
contrasto tra le speranze giovanili e il disinganno
che le seguirà e si conclude con un duro attacco
alla natura, colpevole di ingannare i suoi figli con
vane illusioni di felicità.
Le strofe
quinta e sesta
(che riprendono la secon-
da e la terza) rappresentano la
morte di Silvia
(vv.
40-48) e il parallelo
venir meno delle speranze
del poeta
(vv. 49-63), che constata dolorosamen-
te la distanza che separa la vita reale dalle sue il-
lusioni d’un tempo. Nei versi finali Silvia, divenuta
immagine-simbolo della speranza perduta, indica
in lontananza al poeta una «tomba ignuda», em-
blema dell’unica certezza concessa agli uomini.
Analisi
Illusione e delusione
Il tema centrale del componimento è costituito
dall’evocazione delle
illusioni giovanili
, segui-
to dal
loro inesorabile svanire
di fronte al «tri-
ste vero». La struttura stessa della lirica si basa
sull’antitesi tra le radiose
speranze dell’adole-
scenza
(strofe seconda e terza) e il subentrare di
un’
atroce disillusione
, che assume per Silvia la
forma definitiva della morte fisica (quinta strofa)
e per il poeta quella della morte spirituale, ossia
del venir meno di ogni speranza di felicità (sesta
strofa). Attraverso la rievocazione delle
due vi-
cende parallele
, Leopardi svolge in forma lirica
una sorta di
dimostrazione filosofica
, che rivela
il suo approdo al cosiddetto «pessimismo cosmi-
co». La sofferenza umana appare ora inevitabile,
Analisi del testo
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