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Riepilogo sulla sintassi del verbo
I modi finiti del verbo: i congiuntivi indipendenti
Talvolta nelle proposizioni reggenti, al posto dell’indicativo e dell’imperativo, si può trovare il mo-
do congiuntivo, impiegato con uno dei seguenti valori:
potenziale
,
dubitativo
(o deliberativo),
suppositivo
(o ipotetico), accomunati dalla negazione
non
;
esortativo
(o iussivo),
desiderativo
(o
ottativo),
concessivo
, accomunati dalla negazione
ne
.
Congiuntivo potenziale
(negazione
non
)
Indica qualcosa che potrebbe o sarebbe potuta accadere: il soggetto è spesso indeterminato (pro-
nome interrogativo o indefinito, 2
a
persona singolare con il valore di ‘tu’ generico) e i tempi usa-
ti sono il
presente
e il
perfetto
per la possibilità nel presente, l’
imperfetto
per quella nel passato.
In italiano si rende con il condizionale presente o passato del verbo servile «potere»:
Quid faciat?
Che cosa potrebbe fare?
Quis hoc non dederit?
Chi non lo ammetterebbe?
Haud facile discerneres.
Non avresti potuto / si sarebbe potuto stabilire.
Congiuntivo dubitativo
(negazione
non
)
Esprime, in forma interrogativa, un dubbio sul da farsi e ha generalmente soggetto determinato. I tem-
pi impiegati sono il
presente
se il dubbio si riferisce al presente / futuro, l’
imperfetto
se si riferisce al
passato. In italiano si ricorre al condizionale presente o passato dei verbi servili «dovere» o «potere»:
Quid dicam?
Che cosa dovrei / potrei dire?
Quid rescriberem? Valde eram perturbatus.
(Cic.)
Che cosa avrei dovuto scrivere in risposta? Ero molto turbato.
Congiuntivo suppositivo
(o ipotetico, negazione
non
)
Serve per formulare supposizioni: i tempi impiegati sono il
presente
se la supposizione è realizzabi-
le nel presente / futuro, il
piuccheperfetto
(più di rado l’
imperfetto
) per la supposizione non rea-
lizzata nel passato. In italiano si ricorre a perifrasi del tipo «poniamo che», «posto che», seguite dal
congiuntivo:
Roges me, nihil fortasse respondeam.
(Cic.)
Poniamo che tu mi interroghi: non ti risponderei niente.
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