Il nuovo pubblico e il nuovo gusto
Parallelamente all’ascesa di nuove classi sociali,
si allarga in quest’epoca il fronte del pub-
blico
che si accosta alla letteratura, come dimostra il proliferare delle botteghe di librai: i te-
sti sono riprodotti e comprati perché il contatto con il libro si allarga anche ai non dotti. Per
questo nuovo pubblico, che si accosta al libro non solo dal punto di vista letterario ma anche
per utilità pratica, accanto alla continuazione dei generi tradizionali si afferma una produzio-
ne di scritti tecnici, agricoli, geografici e scientifici in genere. E non manca neppure un tipo
di produzione che potremmo definire ‘di consumo’, come il romanzo o certa poesia leggera.
Nella letteratura ‘seria’ domina un
gusto dell’eccesso, del passionale, del cupo
, che qua-
lifica lo stile di quest’epoca come ‘barocco imperiale’, il che vuol dire negazione dell’equili-
brio classico, con il rifiuto sia dell’armonioso stile ciceroniano sia dell’equilibrio virgiliano.
Fu un’
età di sperimentalismi e di rinnovamento
, dal nuovo
epos
storico di Lucano, alla
prosa nervosa e drammatica di Seneca, fino allo stupefacente romanzo di Petronio (vd. Ca-
pitolo 27, pp. 880 ss.): tre figure legate per motivi diversi all’ambiente neroniano, e tutte e
tre vittime dell’imperatore sanguinario.
Ma anche certe opere considerate minori hanno una loro fisionomia precisa che le rapporta a
quest’epoca: per esempio, la favola di Fedro (vd. Capitolo 26, pp. 856 ss.), un modo per par-
lare allegoricamente dei tempi e dei potenti, e il grande poema astronomico di
Manilio
(32)
,
che legando alle stelle i destini degli uomini già apre agli interessi del periodo tardoantico.
Il poema astrologico di Manilio
Il poema, che si intitola
Astronomica
, appartiene ve-
rosimilmente all’età di Tiberio. Dell’autore si ignora
pressoché tutto, ma un riferimento al disastro militare
di Teutoburgo (9 d.C.) permette di collocare la com-
posizione del poema negli ultimi anni dell’impero di
Augusto e sotto Tiberio. Anzi, l’interruzione del poe-
ma al V canto potrebbe essere segno delle difficoltà in
cui l’autore si era venuto a trovare dopo il bando di Ti-
berio contro gli astrologi.
Hominem coniungere caelo
: questa sua espressione
(
Astronomica
II 105) potrebbe servire come motto per
chiarire il senso del poema di Manilio. Lo studio scien-
tifico dell’astronomia non è, per lui, fine a se stesso, ma
permette di riconoscere la
corrispondenza fra l’armo-
nia impressa al cielo da Dio e la mente dell’uomo
che, indagando il cosmo, è in grado di cogliere questa
corrispondenza.
Le
Storie di Alessandro Magno
di Curzio rufo
Curzio Rufo era contemporaneo di Seneca e scrisse le
Historiae Alexandri Magni Macedonis
in dieci libri,
giunte a noi mancanti dei due libri iniziali.
La figura di Alessandro era ben nota nella letteratura
latina, nella quale suscitava perplessità morali, anche se
la grandezza del conquistatore non poteva non colpi-
re. Nei suoi confronti era già stata espressa l’
ammira-
zione preoccupata di Tito Livio
, che si chiedeva che
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La Sfera di Marco
Manilio
, un disegno
del 1675 che si ispira
all’opera di Manilio.
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