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L’
Oratio I in Catilinam
si caratterizza per il suo esordio (parr. 1-5)
ex abrupto
, in cui, cioè,
Cicerone non si rivolge al consesso dei senatori, ma apostrofa direttamente uno di loro, Ca-
tilina appunto, per persuaderlo a lasciare Roma.
Al pari delle altre tre
Catilinarie
, l’orazione è contrassegnata dalla
violenza dell’invetti-
va
: per Catilina Cicerone ricorre a tutta una
terminologia
e a un
repertorio di imma-
gini e di metafore
(la guerra, la caccia, la malattia, la sporcizia) che mirano a dipinger-
lo come un’incarnazione del male, allo scopo di suscitare nei senatori un terrore motiva-
to non solo dall’amor di patria, ma anche dall’egoistica tutela dei propri beni e privilegi
(vd.
Parole chiave
, p. 254).
È efficace anche la
duplice prosopopea della patria
, la quale (soprattutto quando essa si
rivolge a Cicerone) ricorda la personificazione delle leggi di Atene nel
Critone
platonico.
Per leggere i testi
• Per il
testo critico
: A. Haury,
Érasme
, Paris 1969.
• Per la
traduzione
: L. Storoni Mazzolani, BUR, Milano 1979; G. Bellardi nel vol. II delle orazioni di
Cicerone, UTET, Torino 1981, pp. 685-715; N. Marini, Garzanti, Milano 1996.
T1
Quo usque tandem?
Nel senato, convocato per discutere l’adozione di misure urgenti contro le attività eversive di Ca-
tilina, Cicerone si scaglia con veemenza contro il nobile decaduto – che aveva l’ardire di sedere
sugli scanni dei senatori nonostante le sue trame fossero ormai svelate – denunciandone la vio-
lenta tracotanza, a cui si contrappone l’inefficienza delle autorità e del senato stesso.
L’efficacia dell’
esordio
ex abrupto
, l’effetto di
patetica concitazione
creato dall’incalzante se-
rie di domande e di esclamazioni e dalla frammentazione del periodo, l’abilità con cui Cicerone
si serve dell’
ornato retorico
per evidenziare l’impudenza di Catilina e attirare su di lui l’indigna-
zione dell’uditorio hanno reso famoso l’
incipit
di questa orazione fin dall’antichità.
1.
Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quamdiu etiam furor iste
tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? Nihilne te nocturnum
praesidium Palati, nihil urbis vigiliae, nihil timor populi, nihil concursus bonorum
omnium, nihil hic munitissimus habendi senatus locus, nihil horum ora voltusque mo-
Un sapiente atto
d’accusa
Oratio I in Catilinam
1-2
Latino
1.
Quo usque… nostra?
:
«Fino a che pun-
to, dunque, Catilina, abuserai della nostra
pazienza?». È un tipico esempio di
exor-
dium ex abrupto
(l’oratore affronta imme-
diatamente l’argomento, senza preambo-
li di sorta). Attraverso questa e le successive
domande Cicerone intende sostenere che
la presenza di Catilina in senato, nonostan-
te le sue trame eversive siano ormai note a
tutti, costituisce un intollerabile affronto. •
abutēre
:
=
abutēris
. •
patientiā nostrā
:
ablativo strumentale retto da
abutēre
. Il pos-
sessivo plurale si riferisce ai senatori e per
estensione a tutti i cittadini romani, che ne
sono rappresentati. •
etiam
:
«ancora». •
fu-
ror… elūdet
?:
«codesta tua follia si pren-
derà gioco di noi?». Il pronome
iste
ha un
valore sprezzante, che accentua la negativi-
tà di
furor
(per il significato e l’uso di que-
sto vocabolo, vd.
Parole chiave
, p. 254). •
sese… iactabit
:
«si spingerà». •
effrena-
ta… audacia?
:
«la tua sfrenata… teme-
rarietà?». Il possessivo è ricavabile da
tuus
della frase precedente. L’aggettivo
effrena-
ta
, «senza freni», accresce la valenza nega-
tiva di
audacia
, che nel lessico politico desi-
gna la sfacciataggine violenta e irresponsabi-
le. •
Nihilne te…movērunt?
:
«Non ti han-
no minimamente turbato?». L’interrogativa
diretta è scandita dall’anafora di
nihil
, ripe-
tuto per sei volte davanti ai diversi sogget-
ti di
movērunt.
Nihilne
:
nihil
è accusativo
avverbiale. •
Palati
:
«sul Palatino», ma
Pa-
lati
(forma contratta per
Palatii
) è un geni-
tivo oggettivo vincolato a
praesidium
(lett.
«il presidio del Palatino»). Per la sua posi-
zione strategica e perché vi risiedevano im-
portanti personaggi politici, il colle Palatino
era oggetto di particolare vigilanza nei mo-
menti di grave tensione. Ai suoi piedi sor-
geva il tempio di Giove Statore, dove il se-
nato si era in quell’occasione riunito. •
ur-
bis vigiliae
:
«le pattuglie di guardia in cit-
tà». •
populi
:
genitivo soggettivo. •
con-
cursus… omnium
:
«il far quadrato di tut-
ti i benpensanti».
Concursus
indica l’unani-
me coalizione della
nobilitas
contro i dise-
gni eversivi di Catilina.
Boni
è termine del
Tutorial
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