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1° PERCORSO
orazioni
Cicerone smaschera Catilina
Le
Catilinarie
furono
pubblicate nel 60 a.C.
insieme ad altre orazioni tenute nell’anno del
consolato (63 a.C.). Si tratta di
quattro orazioni politiche
, pronunciate la prima e la quar-
ta
davanti al senato
(rispettivamente l’8 novembre e il 5 dicembre del 63), la seconda e la
terza
davanti al popolo
riunito nel foro (vd.
Gli eventi
, qui sotto). In esse Cicerone sposa
senza riserve la
causa degli
optimates
, ergendosi a difensore dell’ordine costituito.
Le orazioni
Catilinarie
Le origini della congiura
Lucio Sergio
Catilina
(108-62
a.C.) apparteneva a un’antica, ma da tempo decaduta fami-
glia patrizia. Dopo aver militato nella guerra sociale (89 a.C.)
e poi come luogotenente di Silla (82), collaborando alle suc-
cessive proscrizioni, raggiunse la pretura nel 68 e nel 67/66
fu inviato a governare, in qualità di propretore, la provincia
d’Africa. Al ritorno fu
accusato di concussione
(
de repe-
tundis
) e non gli fu concesso di porre la sua candidatura al-
le elezioni consolari del 66 per l’anno successivo. Avrebbe
allora organizzato, con l’appoggio occulto di Crasso e Ce-
sare, la cosiddetta ‘prima congiura’, a cui accennano Sal-
lustio (
De coniuratione Catilinae
18, 2-8) e Cicerone (
I Cat
.
15): un attentato ai consoli dell’anno 65, che sarebbe do-
vuto scattare il 1° gennaio di quell’anno, al momento del-
la loro entrata in carica, ma fu dapprima rinviato e abortì
poi definitivamente.
Il ruolo di Cicerone negli insuccessi elettorali di Ca-
tilina
In quello stesso anno 65 a Catilina fu nuovamen-
te impedito di candidarsi al consolato (per il 64 a.C.), per-
ché era ancora in corso il processo a suo carico, dal qua-
le peraltro uscì poco dopo assolto. Catilina presentò allo-
ra la propria candidatura per l’anno successivo (63 a.C.):
i più temibili competitori erano il
popularis
Gaio Antonio
Ibrida e Cicerone, che nella propaganda elettorale seppe
abilmente ingigantire i pericoli rappresentati da un’even-
tuale elezione di Catilina. La
nobilitas
senatorio-equestre
era vivamente preoccupata dalla prospettiva di ritrovarsi
con due consoli entrambi
populares
(Antonio Ibrida e Ca-
tilina) e dal programma profondamente riformatore attri-
buito al secondo, e per giunta terrorizzata dall’atteggia-
mento intimidatorio che questi avrebbe ostentato durante
la campagna elettorale. Essa fece pertanto confluire i suoi
voti sull’
homo novus
(privo cioè di antenati che avessero
ricoperto le cariche superiori del
cursus
honorum
)
di Ar-
pino
, realizzando quella
concordia ordinum
(un’alleanza
delle classi privilegiate) che egli andava predicando. Cice-
rone fu così eletto con il maggior numero di voti, seguito
da Antonio Ibrida, che l’oratore cercò ben presto di neu-
tralizzare, allontanandolo dai
populares
.
Non pago dello scacco subìto, Catilina si candidò nuova-
mente, nel 63 a.C., al consolato per l’anno 62 con un pro-
gramma di
radicali riforme
a favore dei ceti più deboli: ne
facevano parte la cancellazione dei debiti e la distribuzione
di terre ai nullatenenti. Per scongiurare il successo di Catili-
na, il console Cicerone inasprì le misure penali contro i bro-
gli elettorali e, dando credito a voci allarmistiche su possi-
bili disordini fomentati da Catilina, fece rinviare di alcuni
giorni i comizi. Il giorno delle elezioni si presentò nel Cam-
po Marzio a presiedere l’assemblea elettorale circondato
da una schiera di cavalieri armati e indossando una coraz-
za sotto la toga aperta.
Catilina verso la rivoluzione armata
Dopo la nuova
sconfitta elettorale (furono eletti consoli per il 62 Lucio Lici-
nio Murena e Decimo Giunio Silano), Catilina abbracciò la
causa della rivoluzione armata. Il piano dei congiurati pre-
vedeva due fasi: una
prima fase
mirava a destabilizzare la
situazione a Roma attraverso attentati e incendi. Nella
se-
conda fase
, le truppe dei rivoluzionari, ammassate nei pres-
si di Fiesole agli ordini di
Gaio Manlio
, un veterano di Sil-
la, avrebbero marciato sull’Urbe sotto il comando supremo
di Catilina stesso (data prevista: 27 ottobre del 63). Ma l’in-
genuità di un congiurato (Quinto Curio) e il senso dello sta-
to della sua amante (Fulvia) tradirono Catilina: informato da
Fulvia sui piani dei cospiratori, Cicerone ottenne che il sena-
to dichiarasse lo
stato d’emergenza
(
senatus consultum
ultimum
), conferendo poteri eccezionali ai consoli e agli al-
tri magistrati superiori (21 ottobre). Dopo aver sventato un
attentato ai suoi danni, convocò l’8 novembre il senato nel
tempio di Giove Statore, opportunamente presidiato. Con
l’
Oratio I in Catilinam
egli informò il senato sugli ultimi svi-
luppi della vicenda, smascherando le trame di Catilina e cer-
cando di convincere il senatore sovversivo a lasciare Roma
per raggiungere il campo di Manlio, così da fornire una pro-
va incontrovertibile della sua colpevolezza.
Le fasi della congiura
Gli eventi
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