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I poemi omerici
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le aveva dato Odisseo. Gli corse incontro piangendo, gli gettava le braccia al collo, e
baciandogli il capo diceva:
“Non adirarti con me, Odisseo, tu che eri il più saggio fra gli uomini. Ci hanno
inflitto dolore gli dei, non hanno voluto che noi, uno accanto all’altra, godessimo
la giovinezza e alla vecchiaia giungessimo insieme. E dunque ora non adirarti per-
ché non ti ho abbracciato subito, appena ti ho visto. Sempre mi tremava il cuore
nel petto, che non capitasse qualcuno a ingannarmi con chiacchiere: sono in molti
a tramare ignobili azioni. Neppure Elena d’Argo, figlia di Zeus, sarebbe unita in
amore con uno straniero, se avesse saputo che i figli dei Danai guerrieri l’avrebbero
ricondotta a casa nella sua terra. Ma un dio la spinse a compiere quell’atto indegno:
lei non aveva nell’animo la funesta follia che fu la prima causa della nostra sven-
tura
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. Ma adesso che mi hai descritto in modo chiaro il nostro letto – che nessun
altro ha veduto, ma tu ed io soli e un’ancella, Attoride, che il padre mi diede in dono
quando venni qui e che custodiva le porte del talamo ben costruito, – hai convinto
il mio cuore, anche se è molto ostinato”.
Così disse, e in lui suscitò una gran voglia di pianto: piangeva, tenendo stretta la
sposa amata, fedele. Come ai naufraghi appare, desiderata, la terra, quando in mare
il dio Poseidone distrugge la nave ben fatta, travolta dal vento e dalle onde violente:
in pochi scamparono al mare bianco di schiuma nuotando verso la riva e con il
corpo incrostato di salso, lieti toccarono terra, sfuggendo alla morte. Così agognato
appariva a lei il suo sposo, e dal suo collo non riusciva a staccare le candide braccia.
[Trad. M.G. Ciani]
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10.
 Già i filologi antichi sospettavano che i versi 218-224 non fossero
autentici, in quanto introducono una digressione sostanzialmente estra-
nea al contesto e superflua, e la loro opinione è stata condivisa anche da
alcuni illustri critici moderni.
Penelope con il fuso
, pittura vascolare a figure rosse,
secolo v a.C.