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U 2
Poteri in lotta: il Papato contro l’Impero
LABORATORIO DI
STORIOGRAFIA
Il bilancio delle Crociate
1
TESI di
Le Goff:
una visione pessimistica delle Crociate
(da J. Le Goff,
Il Basso Medioevo
, Feltrinelli, Milano 1967)
Dei tre scopi, dichiarati o inconsci, che i promotori delle Crociate e i crociati stessi
si proponevano, non ne fu raggiunto neppure uno.
Il fine primo ed essenziale era la conquista dei Luoghi Santi, di Gerusalemme. Tale
conquista non solo durò meno d’un secolo, ma rinfocolò passioni religiose che per
molto tempo rimisero in causa la vera tradizione del pellegrinaggio. Di fronte alla
conquista latina, i Turchi ritrovarono il fanatismo musulmano della
jihàd
, la guerra
santa.
E non basta. La Crociata provocò in Occidente e lungo tutta la strada percorsa dai
crociati l’insorgere di un antisemitismo virulento e genocida che contribuì a porre
fine alla tolleranza di cui fin allora i cristiani avevano generalmente dato prova nei
confronti degli ebrei.
Secondo scopo era venire in aiuto dei Bizantini, anche indirettamente. Invece ciascuna
delle tre prime Crociate acuì l’ostilità fra Greci e Latini al punto che la quarta doveva
concludersi con la sanguinosa presa di Costantinopoli ad opera degli occidentali.
Terzo scopo era unire la cristianità contro gli infedeli, purgarla dei suoi peccati e dei
suoi peccatori con la grande penitenza del “passaggio oltre mare”. Anche qui, nella
promiscuità delle spedizioni comuni, le rivalità non fecero che inasprirsi. Rivalità
personali fra i capi dei crociati, rivalità nazionali tra Tedeschi e Francesi, Inglesi e
Francesi. Rivalità sociali fra ecclesiastici e laici; fra cavalieri e poveri.
Il dibattito degli studiosi intorno alle Crociate è uno dei più complessi e incerti. Si discute sul loro numero, sui motivi
scatenanti e sugli obiettivi; su quale peso esse abbiano avuto nei rapporti fra Oriente e Occidente e su come il loro
nome sia stato innalzato come un vessillo o brandito come un’arma innumerevoli volte nel corso della storia. Ma
il problema più interessante riguarda il “frutto” complessivo delle Crociate: che cosa lasciarono veramente alla
società europea e a quella islamica nell’immediato e nei lunghi secoli a venire? La parola “frutto” non è casuale,
perché riprende il lapidario giudizio in proposito dato dal grande medievista francese
Jacques Le Goff
(
1
) il quale
scrisse: “io non vedo altro che l’albicocca come frutto possibile delle Crociate per i cristiani”. L’albicocca, infatti,
benché già conosciuta dai Romani, si diffuse in molte zone d’Europa proprio grazie ai contatti con gli Arabi (il nome
deriva dall’arabo
Al-barquq
).
Un altro grande storico, questa volta italiano,
Franco Cardini
(
2
), è invece del parere che il bilancio delle Crociate
non possa dirsi negativo perché incentivò i rapporti, prima commerciali e poi culturali, con l’Oriente: senza le Cro-
ciate i contatti con la Cina, mediatori gli Arabi, non sarebbero ripresi nel volgere di così poco tempo.
Lettura attiva
Indica dei sinonimi per i termini e le espressioni sottolineati.
Costruisci una tabella in cui riassumi i tre scopi delle Crociate secondo Le Goff e il loro esito.
Nel brano si accenna all’antisemitismo: in base a quanto hai sinora studiato, ripercorri i principali
momenti del suo instaurarsi in Europa.
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