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La rinascita del Basso Medioevo
Spazio
scienza e tecnica
Le tecniche edilizie nel Basso Medioevo
Nessun progresso rispetto
al mondo antico
La grande stagione della “febbre edilizia” me-
dievale, culminata con le prodigiose realizza-
zioni dello stile gotico, potrebbe far pensare
a una serie di tali progressi delle tecniche di
costruzione e di progettazione da segnare
una vera rottura sia con il mondo altome-
dievale sia con quello antico.
In realtà, niente di tutto ciò avvenne e le
grandi intuizioni degli architetti delle catte-
drali, come le tecniche a disposizione dei
capomastri, scalpellini, muratori, falegnami
restarono talmente “primitive” da rendere
ancora più stupefacenti le loro realizzazioni.
I materiali
Cominciando dai materiali, i costruttori del
XIII secolo avevano a disposizione gli stessi
quattro elementi dei costruttori romani:
•
pietra, nelle diverse varietà locali (come il
travertino a Roma) e, a volte, marmo;
•
mattoni cotti di argilla;
•
calce;
•
legname.
La pietra
I grandi blocchi del peso di qualche tonnella-
ta, che oggi vengono estratti dalle cave con
l’esplosivo, venivano separati dalla roccia con
scalpelli e mazzuoli. Nel caso del marmo si
usava un sistema che risaliva agli Egizi: in-
filare cunei di legno nelle crepe naturali del
blocco principale e bagnarli abbondantemen-
te finché si gonfiavano separando spontanea-
mente le faglie. I blocchi di pietra maggiori
venivano poi ridotti in file di blocchi minori ri-
filati in modo da inserirsi perfettamente l’uno
accanto all’altro e venivano quindi numerati
prima del trasporto, per essere ricollocati
nella stessa posizione una volta raggiunto
il cantiere.
Le cave erano spesso lontane decine o di
chilometri dalle città. Dove c’erano fiumi e
canali, i blocchi venivano trasportati per via
d’acqua, altrimenti caricati su slitte tirate
dai buoi.
I mattoni
La tecnica di cottura dei mattoni era una
delle grandi specialità romane. Gli uomini
medievali la ereditarono e produssero matto-
ni perfetti di quattro qualità, forme e misure
principali: tre tipi a parallelepipedo, di misure
diverse, e una a mattonella, più sottile, simile
all’odierno “cotto”.
Con i mattoni si costruivano le case a schie-
ra, le mura e parti dei castelli e dei palazzi
nobiliari, ma si lastricavano anche le strade
principali delle città e si ricoprivano i pavi-
menti delle case. Proprio nel XIII secolo fu
inventato quel disegno “a spina di pesce”
che, trasferito nel legno, caratterizza oggi i
nostri parquet.
La calce
Prima dell’avvento del cemento – un ritrovato
del XIX secolo – il collante che teneva insieme
le pietre da costruzione era la calce, ottenuta
seguendo un procedimento di
cottura in
forno e idratazione
inventato dai Romani
e illustrato a commento dell’immagine qui
a lato.
Con la crescita dell’edilizia, la produzione di
calce, sebbene lunga e costosissima, divenne
un
affare
ambito tanto dai mercanti quanto
dai signori feudali, che spesso avevano
cave
di pietra
per la materia prima e boschi per
trarne il combustibile necessario alle fornaci
(calcare), ma anche i piccoli contadini e molti
artigiani di città arrotondavano le loro magre
entrate fabbricando e rivendendo calce.
Dalla tracciatura...
... al pezzo finito
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