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Io cittadino
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U 1
La rinascita del Basso Medioevo
Lo smaltimento dei rifiuti
dal Medioevo a oggi
Strane pulizie nei Comuni medievali
Il problema dei rifiuti urbani, che oggi rap-
presenta una vera e propria emergenza in
Italia, era ben presente agli amministratori
delle città medievali, i quali se ne occuparo-
no dettagliatamente negli
statuti comunali
,
lasciandoci una vivace testimonianza di come
andavano le cose a quel tempo.
In alcuni Comuni l’eliminazione dei rifiuti
organici veniva affidata ai
maiali
, appaltan-
done la responsabilità a un allevatore che si
impegnava a farli scorrazzare grufolando per
le strade alla caccia di residui di cibo. Alcu-
ni Comuni, collocati vicino a corsi d’acqua,
inventarono invece un
sistema di chiuse
che venivano aperte una notte al mese o
a settimana inondando le strade. In quelle
date i cittadini dovevano ritirare in casa tutti
i banchetti, le sedie, eventuali attrezzi che,
date le dimensioni ridotte delle abitazioni,
venivano spesso lasciati fuori. Oggi sono le
automobili a dover essere spostate nelle città
che eseguono la pulizia con idranti o mac-
chine di lavaggio.
La “raccolta differenziata”
nella Bologna medievale
La città che cercò di risolvere il problema
più razionalmente fu Bologna. Qui gli statuti
comunali divisero i rifiuti in tre categorie: i
rifiuti domestici
, gli
scarti delle lavorazioni
artigianali
e l’
immondizia delle strade
.
Nel primo caso si trattava di un problema
minimo perché in un’epoca che non cono-
sceva il consumismo tutto veniva riciclato
e di nuovo adoperato. Non c’erano conteni-
tori da eliminare perché anzi, chi li aveva, li
conservava con molta cura dato che erano
di materiali costosi. Dei pasti non rimaneva
nulla perché c’era sempre qualcuno che man-
giava gli avanzi, servo o animale domestico
che fosse. Dei mobili rotti si riutilizzavano le
parti ancora buone oppure si usavano per
alimentare il camino, gli abiti venivano in-
dossati fino alla consunzione o finivano nei
“mercatini dell’usato” fuori porta.
L’eliminazione dei rifiuti delle botteghe era re-
sponsabilità degli artigiani stessi che doveva-
no trasportarli a proprie spese fuori della città:
un servizio ritenuto odioso perché sottraeva
tempo al lavoro. Più voluminosi erano i rifiuti
che si trovavano sulle strade, sia per il fango
attaccato alle ruote dei carri sia per il letame
prodotto dagli animali addetti ai trasporti.
Lo smaltimento di questi particolari rifiuti
creò i problemi più gravi e richiese una serie
di correzioni.
In un primo momento il Comune bolognese
ne affidò la rimozione a quella che oggi chia-
meremmo una “
azienda municipalizzata
”.
Porcelli-spazzini
Ecco l’avviso di un banditore, letto ad alta voce
nelle strade di Siena il 9 ottobre 1296.
Il Comune di Siena assegnerà al migliore offerente il
diritto di tenere per un anno nella piazza del Campo
una scrofa e quattro maiali perché raccolgano e
mangino tutta la spazzatura e il letame e le granaglie
che vi si accumulano.
LE FONTI
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