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b
a
c
Figura 26
Dall’incrocio
interspecifico tra un
asino (
a
) e una cavalla
(
b
) nasce il mulo (
c
), che
è sterile.
sci di acqua dolce, per esempio, viene regolata
dalla temperatura e le stagioni di deposizione di
specie affini possono essere separate nel tempo,
per il loro adattamento a diverse temperature di
deposizione. Nel caso di vegetali, a variare è il
periodo di fioritura: il
Pinus muricata
(
25a
), per
esempio, convive nello stesso habitat con il
Pinus
radiata
(
25b
), ma il primo produce il polline in
febbraio, il secondo in aprile. Esistono sfasamen-
ti temporali di poche ore (nelle piante, per esem-
pio, quando i fiori si schiudono in periodi diversi
della giornata), oppure di anni (per le specie che
si riproducono una sola volta nella vita).
Isolamento ambientale
(o
ecologico
): le spe-
cie occupano habitat diversi o nicchie ecologi-
che differenti. Lo si è osservato nelle zanzare del
genere
Anopheles
, responsabili della trasmissione
della malaria. Alcune specie (come
A. atriopar-
vus
) vivono in acque salmastre, altre (come
A.
messeae
) in acque dolci. Meccanismi dello stesso
tipo intervengono anche nei vegetali, in quanto
alcune piante possono svilupparsi solamente in
certi tipi di suolo.
Isolamento meccanico/anatomico
: le specie
hanno differenze anatomiche negli organi ripro-
duttivi che rendono difficoltoso o impossibile
l’accoppiamento o l’impollinazione. Nelle piante
il meccanismo di isolamento coinvolge gli insetti
impollinatori: fiori di specie diverse vengono im-
pollinati da insetti di specie differenti; in questo
modo è impossibile l’impollinazione tra piante
che non sono della stessa specie.
Isolamento gametico
: le specie riescono ad ac-
coppiarsi ma la fecondazione non avviene, per-
ché gli spermatozoi non sopravvivono nel canale
riproduttivo femminile o non si fondono con la
cellula uovo (nel secondo caso il meccanismo
funziona anche negli animali a fecondazione
esterna e nelle piante).
Le barriere riproduttive postzigotiche
I meccanismi di isolamento postzigotico, più co-
muni tra specie affini, agiscono dopo che la fecon-
dazione è avvenuta. Sono anch’essi di tipo diverso.
Non vitalità degli ibridi
: l’uovo viene fecondato
ma lo zigote che ne deriva non inizia uno svilup-
po regolare e pertanto abortisce precocemente.
In altri casi lo zigote riesce ad intraprendere lo
sviluppo, ma questo può interrompersi a diversi
livelli. Nel caso di fecondazione tra pecore e ca-
pre, gli embrioni ibridi muoiono precocemente
nei primi stadi dello sviluppo; nel caso di ibrida-
zione tra alcune specie di rane, lo sviluppo può
arrestarsi in uno stadio anche avanzato.
Immaturità sessuale degli ibridi
: in alcuni casi
gli ibridi nascono ma sono poco vitali e non rag-
giungono la maturità sessuale.
Sterilità degli ibridi
: lo zigote produce un ibrido
parzialmente o completamente sterile. È il caso
dell’incrocio tra una cavalla e un asino, che pro-
duce il mulo (
26
), animale di sana e robusta co-
stituzione, ma assolutamente sterile (dall’incrocio
tra asina e cavallo nasce invece il bardotto, sterile
anch’esso e piuttosto raro, per il fatto che non pos-
siede le doti di forza e resistenza del mulo).
b
a
Figura 25
Un’esemplare
di Pinus muricata (
a
) e
uno di Pinus radiata (
b
).
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