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individuo si riproduca con chi si trova “nelle vici-
nanze”, con il quale spesso è “imparentato” perché
fanno parte dello stesso gruppo familiare, piuttosto
che con “estranei” che vivono a una certa distan-
za. L’inincrocio è piuttosto frequente perché capita
spesso che una popolazione sia frammentata in nu-
merose sottopopolazioni locali (i
demi
) tra le quali
vi è un ridotto flusso genico. L’effetto dell’inincro-
cio è duplice: riduce la variabilità all’interno del de-
me, ma incrementa la diversità tra i diversi demi.
4.5
La riproduzione sessuale
incrementa la variabilità
senza modificare le frequenze
alleliche
La
riproduzione sessuale
è la più importante fon-
te di variabilità nella prole, perché produce nuove
combinazioni di geni nei figli, in tre modi diversi:
per mezzo dell’assortimento indipendente dei
cromosomi durante la meiosi, che produce com-
binazioni diverse dei cromosomi nei gameti;
per mezzo della ricombinazione genetica pro-
dotta dal crossing-over, che rimescola i geni dei
genitori;
per mezzo dell’unione dei patrimoni genetici dei
genitori al momento della fecondazione.
La riproduzione sessuale è però diversa dai fattori
di variabilità visti sinora: rimescola gli alleli, produ-
cendo nuove combinazioni nei figli, ma non mo-
difica le frequenze alleliche nel pool genico della
popolazione. Favorisce quindi l’azione della sele-
zione naturale, ma non produce microevoluzione.
Esistono in natura meccanismi che favoriscono
incroci tra individui differenti: tra i vegetali spes-
so i fiori maschili e i fiori femminili sono su due
piante diverse; se invece la pianta possiede fiori sia
maschili sia femminili, esistono strutture anatomi-
che che impediscono l’autoimpollinazione. In al-
cuni casi le piante sono
autosterili
(non si possono
autofecondare). Tra gli animali, vari automatismi
comportamentali favoriscono accoppiamenti tra
esemplari non imparentati (
esoincroci
) rispetto a
quelli tra consanguinei (gli inincroci). Persino gli
ermafroditi (che possiedono entrambi gli apparati
sessuali, come il lombrico o la lumaca) non si auto-
fecondano ma si accoppiano (
12
).
Un ultimo meccanismo che tende a incremen-
tare la variabilità nelle popolazioni è la
superio-
rità dell’eterozigote
, ossia il vantaggio evolutivo
dell’essere eterozigoti: ne è un esempio il già citato
caso dei portatori di anemia falciforme.
6
Quali fattori non adattativi provocano la modifi-
cazione delle frequenze alleliche nei pool genici?
7
Quali sono gli effetti delle mutazioni? E del flus-
so genico?
8
In quali modi si possono verificare i processi di
deriva genetica?
9
Come influisce sulla variabilità la riproduzione
sessuale?
Facciamo il punto
Lo sapevi che...
Inincrocio: un pericolo per l’uomo
Nonostante il detto “mogli e buoi dei paesi tuoi”, l’inin-
crocio produce effetti deleteri nella nostra specie, da
una più alta incidenza di malattie genetiche recessive
a una maggiore mortalità. Per comprenderne il motivo
occorre sapere che ognuno di noi è, per esempio, por-
tatore di almeno 3-4 alleli recessivi di malattie mortali.
Quando la riproduzione avviene tra due “estranei”, è
estremamente improbabile, per il gran numero di geni
di cui disponiamo, che entrambi questi genitori siano
portatori dei medesimi alleli letali; ma se ci si riprodu-
ce all’interno del medesimo gruppo familiare (come è
accaduto per centinaia di anni nelle famiglie reali) la
probabilità cresce di molto. Per questo motivo l’ince-
sto è penalmente perseguibile in tutte le legislazioni, e
il matrimonio tra consanguinei stretti proibito.
Figura 11
Nelle oche
delle nevi (Anser
caerulescens), il gene
che determina il colore
bianco è recessivo,
quello per la colorazione
azzurro-grigia è
dominante.
Figura 12
Le lumache
sono animali ermafroditi:
durante l’accoppiamento
gli organi sessuali
vengono estroflessi e
ognuno dei due individui
riceve e dona sperma
contemporaneamente.
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