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Uno studio effettuato in California prele-
vando il sangue di un centinaio di elefan-
ti marini del Nordamerica (
Mirounga
angustirostris
,
10
) ha evidenziato
che erano tutti omozigoti in 24
loci genici, una percentuale di
omozigosi molto elevata, so-
prattutto se paragonata a quella
degli elefanti marini del Suda-
merica (
M. leonina
). Il motivo
risiede nella caccia selvaggia a
cui gli elefanti marini del Nor-
damerica furono sottoposti nel
XVIII e nel XIX secolo, che ne
ha quasi causato l’estinzione ridu-
cendone il numero fino a una ven-
tina di esemplari: solo dopo che, nel
1884, la caccia fu interrotta da Messico
e Stati Uniti, il numero di esemplari tornò
ad aumentare sino ad alcune decine di migliaia:
ma sono tutti discendenti di quel piccolo gruppo
iniziale.
Esistono esempi di collo di bottiglia anche per la
nostra specie, come dimostra il caso degli abitanti
dell’atollo di Pingelap descritto nella
SCHEDA 2
.
4.4
Quando gli accoppiamenti
non sono casuali
Se gli accoppiamenti non sono casuali l’equilibrio
di Hardy-Weinberg si modifica. Può accadere spes-
so, e per due diversi motivi: l’
accoppiamento as-
sortativo
e l’
inincrocio
.
L’accoppiamento assortativo è correlato alla
sele-
zione sessuale
, ossia la competizione tra maschi per ri-
prodursi: il pavone maschio con la coda più vistosa ha
una maggiore probabilità di accoppiarsi con una fem-
mina e di conseguenza la frequenza dei suoi alleli nel
pool genico della generazione successiva aumenterà.
Questo tipo di accoppiamento preferenziale non
sempre però provoca una modificazione nel pool ge-
nico: a volte, per esempio, le femmine preferiscono
accoppiarsi con maschi fenotipicamente simili, come
si è osservato nel caso delle oche delle nevi (
11
a
pagina successiva) che “scelgono” maschi con la stes-
sa loro colorazione (o bianca o azzurra-grigiastra); in
questo caso le frequenze alleliche non si modificano,
ma un effetto comunque si manifesta, perché dimi-
nuiscono gli eterozigoti nella popolazione.
L’inincrocio è legato alla dispersione della po-
polazione sul territorio: è più probabile che un
Nell’atollo di Pingelap (Micronesia,
1
) una
persona su dieci è affetta da una malattia
ereditaria, l’
acromatopsia
, che impedisce
del tutto la visione dei colori. Nel resto del
mondo i malati sono solo uno su 30 000. Il
motivo di una così elevata frequenza della
malattia a Pingelap risale a una tragedia
avvenuta nel 1775, quando sull’isola si
abbatté un tifone di straordinaria violenza.
Sopravvissero solo una ventina di persone
(tra cui di certo un portatore della malattia)
che si riprodussero negli anni successivi in
condizione di totale isolamento. Ora il 30%
della popolazione è portatore dell’allele di-
fettoso e questo spiega l’elevata frequenza
della malattia. La storia dell’isola di Pingelap
e del collo di bottiglia evolutivo che ha de-
terminato le condizioni attuali dei suoi abi-
tanti è raccontata negli anni ’70 del secolo
scorso dal neurologo Oliver Sacks nel libro
“L’isola dei senza colore”. Una trentina
di anni dopo, Olof Sundin e i suoi colleghi
della Johns Hopkins University hanno sco-
perto nel cromosoma 21 la mutazione che
causa la disfunzione.
Nel Massachussets esiste invece un’isola,
Martha’s Vineyard (
2
), in cui a metà del
diciannovesimo secolo un quarto o più degli
abitanti era sordo. Si fa risalire questo fatto
inconsueto a quando un capitano di mare
e suo fratello, originari del Kent, si stabili-
rono nell’isola quasi disabitata, alla fine del
Seicento; avevano un udito normale, ma
erano portatori di un gene recessivo per la
sordità. Con il passare del tempo, a causa
dell’isolamento di Vineyard e dei matrimoni
fra consanguinei, la maggior parte dei loro
discendenti finì per essere portatrice di tale
gene. Si tratta di un esempio di “effetto
del fondatore”. Nel Novecento, con la fine
dell’isolamento riproduttivo degli abitanti, la
frequenza dei sordi si è fortemente ridotta.
S
cheda
2
L’isola dei senza colore e quella dei senza rumore
Figura 1
Fotografia dall’alto dell’atollo di
Pingelap.
Figura 2
Le coste dell’isola
Martha’s Vineyard.
Figura 10
Un
esemplare di elefante
marino (Mirounga
angustirostris), il cui
nome è dovuto alla
proboscide presente nei
maschi adulti.
STORIE DI IERI
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