fuoco” che le indirizza verso il mare. Il 30 dicembre
2002 una cospicua eruzione ha fatto precipitare in
mare due milioni di m
3
di materiale lavico che ha
prodotto un’onda anomala: questo piccolo mare-
moto ha sommerso le coste dell’isola provocando
danni ingenti.
Vulcano
. È un altro vulcano eoliano ma la sua atti-
vità, che produce minime quantità di lava riolitica e
andesitica molto viscosa, è oggi molto ridotta ed è
caratterizzata da emissione di gas con temperature
che possono arrivare fino a 700 °C. Potenzialmente
è un vulcano più pericoloso di Stromboli perché la
sua attività è di tipo decisamente esplosivo e perché
la fase di quiescenza dall’ultima eruzione (1894) or-
mai si protrae da più di un secolo: se si risvegliasse
darebbe origine a una forte esplosione iniziale che
libererebbe il camino dal tappo che lo ostruisce e
produrrebbe ingenti quantità di materiali solidi, ce-
neri e gas: un’
eruzione di tipo vulcaniano
. Il cratere
principale è chiamato “La Fossa” con un diametro
di circa 500 metri a 391 m di altitudine. Per gli abi-
tanti dell’isola esiste un piano di evacuazione in ca-
so di ripresa dell’attività (
34
).
Vesuvio.
Alto 1281 m, è il vulcano più pericoloso
d’Europa (
35
). È attivo da almeno 25 000 anni,
durante i quali ha alternato eruzioni di tipo effusivo
a eruzioni di tipo esplosivo. Attualmente è caratte-
rizzato da un’attività esplosiva intervallata da lunghi
periodi di quiescenza. La prima eruzione accertata è
stata quella del 79 d.C. descritta da Plinio il Giova-
ne, che causò la distruzione di Pompei ed Ercolano
(
SCHEDA 6
). In suo onore questo tipo di eruzione, che
produce enormi nubi di ceneri a forma di fungo o
pino marittimo, è detta di
tipo pliniano
.
Dopo la violenta eruzione del 1631, che provocò
4000 morti e la distruzione dei paesi circumvesu-
viani verso il mare, il Vesuvio ha prodotto eruzioni
di scarsa intensità alternate a periodi di quiescenza.
L’ultima eruzione si è verificata nel 1944 (
36
).
Figura 36
Nella foto l’ultima attività lavica del Vesuvio nel 1944.
Figura 33
Stromboli
ha un’intensa
attività esplosiva.
Figura 34
Il piccolo
cono di Vulcano
(391 m).
Figura 35
Il cratere
del Vesuvio. Sullo
sfondo si vedono le
pareti interne della
caldera del 79 d.C.
I vulcani sottomarini
I
vulcani sottomarini
sono concentrati nel tratto
di mare tra Napoli e le Isole Eolie e nel Canale di
Sicilia. Attualmente sono quiescenti, ma un’even-
tuale ripresa della loro attività potrebbe dare ori-
gine a maremoti che si abbatterebbero sulle città
costiere della Campania, della Calabria e della Si-
cilia. Nel Tirreno meridionale il più pericoloso è il
Marsili
, che si è formato 2 milioni di anni fa e si
erge per oltre 3000 m dal fondale del Mar Tirreno
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