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colata
recente
colate
più antiche
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Eruzioni lineari o fissurali
Durante questi tipi di eruzioni il magma fuoriesce
in grande quantità da fratture più o meno allungate
e strette; il materiale espulso non andrà a formare il
classico edificio a cono tipico di un’emissione punti-
forme, ma si distribuirà omogeneamente ai due lati
della frattura formando, a grande scala, espandimen-
ti di lava pianeggianti chiamati
plateaux
(
26
).
Si distinguono plateaux basaltici e plateaux
ignimbritici a seconda che il magma sia di compo-
sizione basica o acida.
Vasti plateaux basaltici si trovano in Islanda:
l’isola è attraversata da un sistema di fratture attive
da cui fuoriescono enormi quantità di lava.
Il vulcano Laki, in Islanda, nel 1783 produsse
una colata di lava del tipo aa, che uscì da una
fessura lunga 25 km, e che ricoprì
un’area di 560 km
2
.
A 15-20 milioni di anni fa ri-
sale invece la formazione del pla-
teau basaltico del Columbia River
(USA), distribuito traWashington,
Oregon e Idaho, che arrivò a misu-
rare fino a 2,5 km di spessore con
una estensione di 520 000 km
2
.
Altri esempi sono l’altopia-
no del Deccan in India e quello
del fiume Paraná in Brasile e Pa-
raguay. Più rari sono gli espan-
dimenti riolitici: un esempio è
quello dei porfidi quarziferi che
costituiscono la “piattaforma porfirica
atesina”, in Alto Adige, ignimbrite la cui
formazione risale a circa 250 milioni di anni fa.
Colate di porfidi si alternano a ignimbriti con la
stessa composizione e molto simili nell’aspetto, con
spessore complessivo da 400 a 1500 m ed estensio-
ne areale di circa 3000 km
2
.
7
Vulcanismo secondario
In stretta associazione con l’attività vulcanica si
riscontrano spesso una serie di fenomeni, detti di
vulcanismo secondario, che possono caratterizzare
i momenti di stasi nell’attività oppure le ultime fasi
della vita di un vulcano. Senza che necessariamente
il vulcano produca piroclasti o lave, si può assistere
all’emissione di gas o vapor d’acqua: essi proven-
gono dal magma stesso in raffreddamento nel sot-
tosuolo e dal riscaldamento dell’acqua della falda
freatica.
La vaporizzazione dell’acqua di falda è provo-
cata dalla temperatura ancora elevata del serbatoio
magmatico, che tuttavia non è più sufficiente per
alimentare nuove eruzioni: i gas e i vapori sfruttano
le fratture che di solito si trovano in gran quantità
nelle zone vulcaniche e si dirigono verso la superfi-
cie dove verranno a contatto con l’atmosfera.
La più tipica manifestazione di vulcanismo se-
condario è quella delle
fumarole
in cui i gas più co-
muni che vengono emessi assieme al vapor d’acqua
sono CO
2
e H
2
S. Se il gas prevalente è l’acido solfi-
drico, esso reagisce con l’ossigeno presente nell’aria
provocando la cristallizzazione di zolfo in prossimi-
tà del punto di emissione: questa attività viene detta
solfatara
(
27
) ed è molto frequente per esempio
nei Campi Flegrei, dove l’ultima attività eruttiva di
una certa entità si è avuta ormai 35 000 anni fa con
la deposizione dell’ignimbrite campana. Può capi-
tare che le emissioni siano particolarmente ricche
di CO
2
: in questo caso vengono chiamate
mofete
.
Altre emissioni particolari sono i
soffioni boraci-
feri
a Larderello in Toscana, che vengono sfruttati
per la produzione di energia elettrica (
SCHEDA 5
): si
tratta di vapor d’acqua surriscaldato (fino a 230 °C)
misto ad acido borico che fuoriesce con una certa
pressione e in modo continuo.
Senza dubbio le manifestazioni più spettacolari
Figura 26
a
) Nelle
eruzioni lineari la lava
fuoriesce in grande
quantità dando
origine a giganteschi
espandimenti lavici
pianeggianti chiamati
plateaux.
b
) Nella foto l’imponente
plateaux basaltico della
Groenlandia.
18
Che cosa sono i plateaux?
Facciamo il punto
b
a
Figura 27
Solfatara di Pozzuoli.
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