Nel corso del XIX secolo il commercio di schiavi diminuì con il progredire della legislazione abolizionista promossa dall'Occidente. L'effetto immediato sugli stati africani, coinvolti in tale tipo di commercio, fu una diminuzione delle entrate derivanti dal commercio estero. I governanti africani reagirono cercando altre merci da vendere agli europei. Venne incrementata la produzione agricola, ovviamente con il contributo degli schiavi, ma i profitti non risultarono nemmeno lontanamente paragonabili al commercio degli schiavi. In poco tempo le economie africane entrarono in crisi e si ebbe un lungo periodo di depressione che durò fino alla fine del secolo.