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Ùrano
(gr. Ouranós, lat. Uranus)
Personificazione del Cielo in quanto divinità, considerato sin da Esiodo il primo degli dèi dopo il Caos originario. Egli ingravida Gea (la Terra) con la sua pioggia, generando i Titani, i mostruosi Ecatonchìri e i Ciclopi. Terrorizzato all’idea di essere spodestato da uno dei suoi figli, Urano li occulta nelle viscere della madre Terra, finché la rivolta di suo figlio Crono, istigato dalla stessa Gea, portò alla fine del suo regno: postosi a capo dei fratelli Titani, Crono castrò il padre con un falcetto proprio mentre egli si stava congiungendo con Gea. Dal sangue sgorgato e caduto su Gea nacquero quindi le Erinni, i Giganti e le ninfe dette Mèlie. Secondo il mito narrato da Esiodo, la schiuma dei genitali caduti in mare diede origine ad Afrodite, il cui nome era posto in relazione con aphrós, «schiuma». Lo schema di successione cruenta fra Urano e Crono sarà ripetuto dalla successiva generazione degli dèi e interrotto soltanto dalla saggia previdenza di Zeus.
Gli studiosi hanno riconosciuto da molto tempo l’analogia di tale leggenda con quella raccolta nel poema accadico Enûma Eliš (ca. metà del II millennio a.C.), dove ricorrono alcuni elementi strutturali dello schema mitico: la separazione della coppia primordiale Cielo/Terra, i figli della Terra stipati nel suo ventre, la castrazione del dio-padre Cielo da parte di una più giovane divinità che ne assume il potere dopo un conflitto con gli altri dèi.
[Federico Condello]
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