Teocrito
(gr. Theókritos; lat. Theocritus)

Vita
Scarse e incerte sono le notizie biografiche sul poeta. Nato attorno al 300 a.C., era originario di Siracusa, come paiono confermare i riferimenti alla Sicilia sparsi in diversi suoi componimenti. Da vari elementi sembra però di poter evincere che rimase lontano dalla patria per lungo tempo. Molto probabile dovette essere un soggiorno a Cos, dove non è escluso che egli abbia frequentato la scuola di Fìlita, che mostra di conoscere bene (cfr. Idillio 7,40). Innegabile poi è il rapporto con la corte tolemaica (cfr. Idilli 15 e soprattutto 17; pare certo tuttavia che i Tolemei non gli affidarono alcun ruolo ufficiale nel settore culturale) e verisimilmente – a giudicare da certi riecheggiamenti e consonanze – con l’ambiente letterario del Museo, nei suoi più autorevoli rappresentanti,
Callimaco, Apollonio Rodio, Eronda. Le opere di Teocrito ci sono giunte tramite manoscritti medioevali e una ventina di papiri; esistono poi frammenti papiracei con osservazioni grammaticali sulla sua opera, a testimonianza di come già nell’antichità essa fosse oggetto di studio.

Opere
I componimenti più noti sono gli Idilli, termine con cui gli antichi sembra designassero poesie brevi di argomento vario e che però, dopo Teocrito e proprio per la particolare importanza dei carmi bucolici all’interno della sua produzione, venne a indicare specificamente il genere della poesia bucolica, di cui Teocrito fu considerato l’inventore. Caratteristiche tipiche del genere bucolico sono: il dialogo e il canto poetico tra pastori, i toni malinconici, nostalgici, la rappresentazione idealizzata della natura. Nei restanti componimenti poetici si nota una ben precisa volontà di sperimentare e contaminare generi letterari diversi, secondo i dettami della poetica ellenistica. Il richiamo al mimo è evidente negli idilli cosiddetti mimici, di ambientazione urbana e con accentuazione dell’elemento realistico; all’epillio invece Teocrito si rifà in quei componimenti che si configurano come veri e propri poemetti di argomento mitologico; egli si allaccia infine anche alla poesia lirica nelle sue forme simposiale ed erotica, encomiastica, alla poesia corale degli epitalami, nonché alla produzione epigrammatica. Tra tutti gli idilli, di particolare importanza è il 7, le Talisie, che costituisce una vera e propria dichiarazione di poetica: sotto le vesti del pastore Simìchida, Teocrito racconta di come, durante un viaggio a Cos, in occasione delle feste sacre per la mietitura in onore di Demetra (le Talisie) egli avesse incontrato il capraio Lìcida, considerato un grande poeta. I due si cimentano in una gara poetica, esibendosi a turno nel canto pastorale e affrontando, tra l’altro, questioni di poetica. L’idillio si conclude dapprima con la vittoria di Simichida, cui Licida offre il bastone in segno di ospitalità e quale riconoscimento del suo valore poetico (il modello è forse l’investitura poetica di
Esiodo da parte delle Muse), poi con la descrizione di una natura rigogliosa. Non teocritei sono considerati gli idilli 8, 9, 19, 21, 23, 25, 27.

A Teocrito vengono ascritti tra l’altro 24 componimenti – ritenuti autentici – che nelle forme e nei temi si rifanno alla tradizione epigrammatica. Sono di tre tipi: sepolcrali, dedicatori, descrittivi. Soprattutto nei primi sei, inoltre, alle tematiche tradizionali si aggiungono i caratteristici motivi bucolici.

Lingua e metro
Gli idilli sono scritti in una lingua artificiale di patina dorica, che mescola l’elemento colloquiale/popolare e quello colto/letterario. L’esametro, metro tipico dell’epica, è impiegato qui con nuove modalità (adattato alla lingua dorica, a generi tradizionalmente in altri metri e ad argomenti estranei all’epica). Per la brevità, per la straordinaria raffinatezza, per la forte impronta innovativa e per la mescolanza dei generi da cui sono caratterizzati, questi prodotti poetici appaiono tipicamente alessandrini, rispondendo in pieno al gusto letterario dominante e alla moda dell’epoca. L’apporto originale di Teocrito - cioè la scelta dell’àmbito pastorale e la relativa invenzione di un linguaggio di immagini e di uno stile peculiare - incontrerà notevole fortuna a Roma (a Teocrito si richiama esplicitamente
Virgilio con le sue Bucoliche) ma anche nella letteratura pastorale moderna, che nelle sue varie e multiformi espressioni (anche musicali e pittoriche) muove tutta dall’opera teocritea.

[Elena Esposito]