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Temi in viaggio
Medici dimissionari e malati incurabili
T7
Vincent Van Gogh
Ritratto del dottor Paul Gachet
Nel 1890 Vincent Van Gogh (1853-1890), da po-
co trasferitosi a Auvers-sur-Oise, vicino a Pari-
gi, conosce Paul Gachet, medico omeopata e gran-
de appassionato di arte, che diventerà il suo medi-
co curante e lo assisterà sul letto di morte. L’ami-
cizia e la stima nei confronti dell’uomo si concre-
tizzano in un ritratto così convincente da spingere
Paul Gachet, entusiasta per il risultato, a chieder-
ne all’amico un’altra versione (quella che qui pre-
sentiamo, dalla quale l’artista ha eliminato un bic-
chiere e dei libri che erano sul tavolo e ha reso più
forte il contrasto cromatico tra il blu dello sfondo
e il rosso della tavola). Anche l’artista era soddi-
sfatto dell’opera ed era convinto di essere riuscito
a rendere nel volto del dottore «l’espressione disil-
lusa del nostro tempo».
Lo sguardo azzurro un po’ velato e malinconico, il volto inclinato
sostenuto dalla mano, il gomito appoggiato su tavolo, la figura
sbilanciata in una posa di momentanea stanchezza contribuiscono a
rendere con estrema serietà e solidale compartecipazione tutta la fatica
e la responsabilità del mestiere del medico.
Scrive Van Gogh
al fratello Theo,
descrivendo l’opera:
«la testa con un
berretto bianco, molto
bionda, molto chiara;
anche la carnagione
delle mani molto
bianca, un frac blu
e uno sfondo blu
cobalto. Le mani sono
mani da ostetrico, più
chiare del volto.»
Sul tavolo rosso risalta un tralcio di digitale purpurea,
pianta molto usata in omeopatia per le sue virtù
terapeutiche, che allude alla specializzazione del dottore.
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