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Il quadro storico
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La dinastia giulio-claudia
(14-68 d.C.)
Dal principato augusteo al regno di Tiberio (14-37 d.C.)
Rispetto ai tempi di Virgilio e di Orazio, già l’ultimo periodo della vita di Augu-
sto presenta una situazione mutata. Ai gravi
problemi militari
sorti nelle pro-
vince – in particolare la rivolta nell’Illirico e il disastro subito da Varo in Ger-
mania con il massacro di tre intere legioni – si aggiungevano le preoccupazio-
ni per la
dilagante immoralità
, che toccava anche membri della famiglia im-
periale, come la figlia stessa dell’imperatore,
Giulia
(1)
. In realtà molte di queste
accuse di immoralità erano strumenti della lotta per la successione, che vedeva
schierati in fazioni contrapposte i diversi membri della famiglia imperiale, cia-
scuno con il proprio seguito, e pronti a congiure di palazzo che amareggiarono
la vecchiaia di Augusto. In questo clima poco propizio al mecenatismo del tem-
po passato e pieno di tensioni latenti, va inquadrato anche l’esilio di Ovidio.
Augusto morì nell’anno 14 d.C., lasciando, come egli diceva, una Roma con i tetti d’oro e
contento di aver ben recitato il suo ruolo nel teatro della storia. Eppure, pochi decenni do-
po Seneca già considerava la vita di Augusto un esempio di esistenza travagliata e infelice:
Il ritiro appartato gli appariva una cosa tanto grande, che la pregustava nel pensie-
ro, dato che non gli era possibile provarla nella realtà. L’uomo che vedeva dipendere
il mondo da sé solo, che assegnava i loro destini a uomini e a popolazioni, pensava
con gioia a quel giorno in cui si sarebbe spogliato della sua grandezza! Aveva esperi-
mentato quanto sudore spremano quei beni che risplendono per tutte le terre, quan-
te preoccupazioni nascoste coprano.
(Seneca,
De brevitate vitae
4, 4; trad. di R. Gazich)
Tiberio e l’emergere delle contraddizioni
Tiberio, figlio di primo letto di Livia
(2)
moglie di Augusto, assunse il potere con riluttanza.
Conosceva bene le difficoltà a cui andava incontro: in particolare l’
opposizione del
senato
,
che vedeva nell’imperatore un ostacolo alle proprie ambizioni, e l’
ostilità delle due Giulie
,
figlia e nipote di Augusto, che alimentavano una fazione antitiberiana. Anche il
popolo mi-
nuto
riconosceva il principe come un freno all’arroganza senatoria, ma avanzava poi prete-
se che erano opposte alla politica di amministrazione attenta e rigorosa voluta da Tiberio. Si
aggiunse la crescente popolarità del nipote
Germanico
, che Augusto aveva imposto a Tibe-
rio quale successivo erede al trono, e che aveva dalla sua il favore di una parte dell’aristocra-
zia senatoria e soprattutto dell’ambiente militare.
Arrivato tardi al potere,
Tiberio
era stato un ottimo generale, ma a un certo punto Augu-
sto lo aveva messo da parte ed egli si era autoesiliato a Rodi. Forse anche per questo diven-
La sTorIa IN breve
La dinastia giulio-claudia
14 d.C.
: morte di Augusto
14-37 d.C.
: Tiberio
37-41 d.C.
: Caligola
41-54 d.C.
: Claudio
54-68 d.C.
: Nerone
64 d.C.
: incendio di Roma
65 d.C.
: morte di Lucano, Seneca,
Petronio
I primi due secoli dell’Impero
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