La figura di Licurgo, che, secondo la tradizione, avrebbe stabilito
le leggi spartane, esercita un grande fascino su tutto
il mondo greco. La società spartana, aristocratica e guerriera,
ancorata all’egualitarismo e al rispetto della tradizione, man-
tiene a lungo la costituzione e i codici comportamentali imposti
da Licurgo. Lo storico conservatore ateniese Senofonte, nella
costituzione degli spartani
, scritta nel secolo
IV
a.C.,
un periodo di debolezza politica per Atene, ci ha lasciato una
testimonianza dell’ordinamento attribuito a Licurgo. In questo
brano Senofonte lamenta che l’educazione degli ateniesi sia affi-
data a schiavi, mentre Licurgo l’aveva affidata
a cittadini autorevoli. Si trattava
di un’educazione severa, che preparava
i giovani aristocratici alla vita militare: l’eser-
cizio della caccia, i lunghi digiuni,
la sopportazione del freddo, le dure punizioni,
i combattimenti rituali e
la semplicità dell’abbigliamento avevano
un preciso scopo pedagogico e formavano
i giovani al rispetto e all’obbedienza, virtù
fondamentali per un regime egualitario e
guerriero.
licurgo, invece di permettere che ciascuno
imponga degli schiavi come pedagoghi, affidò il
compito di controllare i ragazzi a un cittadino tra quanti ricoprono
le cariche più alte, col titolo di
paidonomos
, ossia di «prefetto dei
fanciulli»: a questo personaggio conferì l’autorità di tenere adunati
i fanciulli, di sorvegliarli e di impartire severe punizioni in caso di
cattiva condotta. gli assegnò anche dei giovani armati di frusta per
infliggere i castighi che si rendessero necessari, col risultato che a
Sparta il tasso di rispetto e di obbedienza è molto alto [...] nessuno
ignora che la ragione per cui permise ai giovani di procacciarsi il
cibo con il furto
1
non fu dettata dalla difficoltà di provvedere al
loro sostentamento; anzi è chiaro che chi si appresta al furto deve
vegliare la notte e trascorrere il giorno tra astuzie e agguati e inoltre
deve assicurarsi un servizio di spie. [...]
ne: pertanto potevano venire liberati solo dallo Stato
stesso. Le loro condizioni di vita erano molto dure: il
filosofo Aristotele racconta che ogni anno i magistra-
ti spartani dichiaravano formalmente guerra agli iloti,
così che essi potessero essere uccisi impunemente.
I vinti: i perieci
Come suggerisce il loro nome (da
perí
oikéo
, «abito attorno»), i perieci erano gli abitanti delle
comunità indigene situate attorno alla città. Neppure i
perieci erano, quindi, di stirpe dorica e
facevano parte
delle popolazioni sottomesse, ma la loro condizione era
senza dubbio migliore di quella degli iloti.
Come membri di comunità conquistate, erano vinco-
lati agli spartiati solo politicamente e dovevano com-
battere al loro fianco in caso di guerra;
restavano, tuttavia, cittadini della loro
città e all’interno di questa conservavano
la propria autonomia. Potevano, infat-
ti, coltivare terre proprie ed esercitare i
commerci, cui gli spartiati non intende-
vano dedicarsi.
Il potere degli spartiati
Il rapporto
tra le classi era fortemente squilibrato:
nel secolo
vi
a.C., per esempio, gli spar-
tiati erano circa 10000, a fronte di 50000
perieci e di 200000 iloti.
Una piccola minoranza schiacciava quindi la maggio-
ranza degli abitanti: il pericolo di rivolte era sempre in
agguato e, per conservare il predominio, gli spartiati
escogitavano ogni mezzo per mantenere gli iloti nel ter-
rore.
spartiati
• ceto dominante • proprietari terrieri
Perieci
• membri delle comunità conquistate situate intorno a Sparta
• diritti civili ma non politici
• possono coltivare terre proprie ed esercitare i commerci • truppe ausiliarie
Iloti
• discendenti di indigeni asserviti dai dori dopo la conquista • sono totalmente asserviti agli spartiati
• coltivano le terre degli spartiati • nessun diritto né civile né politico
schiavi e stranieri
• esclusi da qualsiasi diritto civile e politico
La vestizione dell’oplita
davanti alla dea Atena,
in una pittura vascolare.
L’orGanIZZaZIone soCIaLe a sParta
4.
Particolare della
Gigantomachia
, bassorilievo
dal Tesoro dei Sifini, delfi,
secolo
vI
a.c.
• pieni diritti civili e politici
• attività militare
Licurgo e l’educazione degli spartani
(da Senofonte, «Costituzione degli
spartani», secolo IV a.C.)
docUmEnTo SToRico
1.
il furto ha una funzione iniziatica: i giovani (che nei riti dovevano rubare il formag-
gio dall’altare di Artemide) dovevano dimostrare agli educatori di avere acquisito le
principali doti dei guerrieri e dei cacciatori: astuzia, rapidità e segretezza.
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