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Omero
2
c
La società omerica
Raramente l’
Iliade
, che rappresenta una società aristo-
cratica, raffigura situazioni realistiche quotidiane o perso-
naggi popolari; questi occupano invece uno spazio assai
più ampio nell’
Odissea
. Sviluppa questo tema (15 righe)
facendo riferimento alla realtà storica rispecchiata dai
due poemi e rileggendo in particolare l’episodio di Tersite
(cfr. T3, p. 64), quello di Odisseo e Iro (cfr. T25, p. 154) e
l’approfondimento
Il mondo di Odisseo
(p. 156).
3
c
Odisseo eroe “marginale”
Prendendo spunto da questo brano e facendo riferimen-
to ai passi che hai letto spiega perché Odisseo può esse-
re considerato un “eroe marginale” e il primo personag-
gio “compiuto” della letteratura europea (10 righe):
«Al cuore del poema c’è un racconto folclorico, “Il ritor-
no del marito scamparso”. Questo racconto ne contiene
molti altri, perché le possibilità fornite da un eroe che è
assente da casa e che vaga per il mondo non hanno li-
miti: egli viaggia fino ai confini della terra, o si inoltra
addirittura nel regno dei morti; incontra orrori terrifi-
canti, orchi, cannibali, maghe e (poiché
romance
e rac-
conto folclorico spesso si sovrappongono) amanti divine
e seducenti principesse; naviga per mari dove le acque si
aprono in gorghi profondi e le scogliere hanno il potere
di muoversi, e dove pochi fortunati dimorano in un re-
moto regno dell’utopia che i poveri mortali impegnati a
combattere davanti a Troia avrebbero solo potuto sogna-
re; è vittima dell’ira di una divinità e oggetto del favore
di un’altra; è un eroe di forza e di astuzia insuperabili,
ma è vestito e trattato come un mendicante.» (J.B. Hain-
sworth,
Epica
, trad. D. Velluti, La Nuova Italia)
prova
di
scrittura
La figura della donna nei poemi omerici
•
Per sviluppare questo tema puoi leggere o rileg-
gere:
- Ettore e Andromaca (T7, p. 76)
-
mito
cultura
società
La condizione femminile (p. 78)
- L’addio di Calipso e Odisseo (T17, p. 122)
- Odisseo e Nausicaa (T18, p. 125)
- Gli incantesimi di Circe (T20, p. 135)
-
mito
cultura
società
Elementi folklorici nell’
Odissea
:
la maga e l’eroe (p. 138)
- Penelope riconosce Odisseo (cfr. T27, p. 161)
•
Puoi cominciare dividendo le figure femminili in tre
gruppi (se lo ritieni opportuno puoi aggiungere altri
personaggi che conosci oltre a quelli citati sopra):
fanciulle...
mogli e madri...
dee e maghe...
•
Nel suo libro
Itaca. Eroi, donne, potere tra vendetta
e diritto
(Feltrinelli, 2002), Eva Cantarella offre inte-
ressanti spunti di riflessione su questo tema. Te ne
proponiamo un breve passo:
Nausicaa non è una “seduttrice”. Le donne che seducono
Ulisse (come vedremo, ce n’è più d’una cui l’impresa ri-
esce) sono personaggi semidivini, maghe e ninfe che usa-
no su di lui armi invincibili, e che per periodi più o meno
lunghi riescono a fargli dimenticare patria e famiglia.
Nausicaa invece è una fanciulla mortale, di buona fami-
glia, di buoni sentimenti e ben educata: sa come compor-
tarsi con gli uomini, sa che il suo destino è sposare l’uo-
mo che suo padre sceglierà. Tutto quel che osa sperare è
che questi le dia un marito come Ulisse, dal quale è subito
fortemente attratta. [...]
A ben vedere, Circe e Calipso hanno molti tratti in comu-
ne sia tra di loro, sia con le Sirene.
In primo luogo, non solo le Sirene, ma anche Circe e
Calipso cantano. E questo, di per sé, dovrebbe mettere
sull’avviso un Greco con un minimo di buon senso. Una
voce femminile che canta è un segnale chiaro e inequivo-
cabile, un indicatore immediato di grave pericolo.
Le mogli e le ragazze destinate al matrimonio non canta-
no. Non canta certo Penelope, mentre tesse la tela: Pene-
lope tesse e piange. [...]
Le Sirene, Circe, Calipso (così come in età successiva le
etere) non vivono, come è buona regola, all’interno di un
gruppo familiare, sotto il comando di un uomo. Anziché
obbedire tacendo, come fanno le donne oneste, esse alzano
la voce, non solo per cantare, ma anche per comandare.
•
Nel suo
Introduzione a Omero
, Fausto Codino scri-
ve:
Penelope sembra ancora disporre di molta autorità e li-
bertà, ma se si guarda bene i suoi diritti sono limitatissi-
mi. Se resta vedova e vuole risposarsi, il figlio la rimanda
al padre o decide lui stesso per le nuove nozze. E anche
nelle faccende quotidiane è sottomessa. Quando si pre-
para la gara dell’arco, Telemaco le dice (
Od
. XXI 350-53):
Su, torna alle tue stanze e pensa all’opere tue,
telaio e fuso; e alle ancelle comanda
di badare al lavoro; all’arco penseran gli uomini
tutti, e io sopra tutti; mio qui in casa è il comando.
Qui l’ordine di allontanarsi è giustificato; più duro suona
quando con le stesse parole (I 352-59) Telemaco conclu-
de i rimproveri da lui rivolti a Penelope, che ha invitato
Femio a cantare argomenti meno tristi di quelli troiani:
Sopporti il tuo cuore, la mente, d’udire,
ché non il solo Odisseo perdette il ritorno
a Troia, ma molti altri eroi vi perirono.
Su, torna alle tue stanze e pensa all’opere tue...
Oltre che in questi due passi, gli stessi versi ricorrono qua-
si uguali, come vedremo subito, nell’Incontro di Ettore e
Andromaca, che può essere la fonte degli altri due; ma è
interessante che si trovi così facilmente l’occasione di ri-
petere queste battute e l’ammonimento che contengono.