Page 7 - 120900031140_crippa_scienze_naturali

Basic HTML Version

sono fenomeni ciclici. Una volta esaurita la potenza
dei gas che hanno provocato l’eruzione, il materiale
che ancora si trova nel condotto non ha più la forza
necessaria per fuoriuscire e quindi consolida al suo
interno. A questo punto il meccanismo è soggetto a
una specie di “ricarica”, e genererà un’altra eruzione
quando altri gas provenienti dal profondo, assieme
a sufficienti quantità di magma, aumenteranno la
pressione fino alla nuova rottura dell’equilibrio.
Le modalità di eruzione possono essere molto
diverse e dipendono essenzialmente dalla com-
posizione chimica del magma, in particolare dalla
percentuale di silice presente (che ne determina la
viscosità) e dalla quantità di gas presenti (che può
generare un’attività più o meno esplosiva). Da que-
sti fattori dipenderà anche la forma che assumerà
l’edificio vulcanico in superficie.
I blocchi più grossi tendono a ricadere in prossimità
del punto di emissione, per gravità. Le ceneri fini
possono permanere per molto tempo in sospensio-
ne nell’aria e, trasportate dai venti, possono disper-
dersi omogeneamente su tutta la Terra. La sospen-
sione del materiale nell’alta atmosfera può durare
anni, durante i quali ogni singola particella riflette
una minima parte dell’energia solare che investe il
nostro pianeta. L’insieme di queste particelle ha la
capacità di schermare parte dell’energia solare che,
non raggiungendo la Terra, provocherà abbassa-
menti globali della temperatura media dell’ordine
di qualche decimo di grado. Sebbene l’abbassamen-
to possa sembrare irrisorio, in realtà può provocare
localmente imponenti sconvolgimenti climatici.
Ad esempio, l’eruzione del 1991 del vulcano Pi-
natubo (Filippine) ha eiettato una nube di ceneri
fino a un’altezza di 30 km che ha fatto più volte il
giro del mondo, condizionando il clima degli anni
successivi: già due settimane dopo l’eruzione, infat-
ti, le ceneri si erano diffuse su tutta la Terra, e per il
1992 è stato calcolato un abbassamento della tem-
peratura media del pianeta di 0,5 °C.
I piroclasti in tempi più o meno lunghi precipite-
ranno al suolo per gravità e si depositeranno for-
3
Descrivi la struttura di un vulcano.
4
Descrivi il meccanismo che genera un’eruzione
vulcanica.
Facciamo il punto
3
Attività vulcanica
esplosiva
Viene definita attività esplosiva quella caratteriz-
zata da un
magma viscoso
, da andesitico a rioli-
tico, accompagnato da violente esplosioni dovute
alla fuoriuscita violenta delle bolle di gas presenti
nel magma. Essa può coinvolgere anche parti più
o meno vaste dell’edificio vulcanico che frantu-
mandosi ne modificano la morfologia; la lava vie-
ne ridotta in brandelli di varia dimensione che si
mescolano con i frammenti delle rocce preesistenti.
Questi frammenti o
clasti
, generati dalla eruzione
vulcanica, vengono chiamati
piroclasti
e le rocce
a cui danno origine sono denominate
piroclastiti
.
Queste rocce sono considerate rocce sedimentarie
e come tali sono classificate in base alle dimensioni
dei clasti: si va dai frammenti più fini che possono
essere trasportati molto lontano dal vento, le
cene-
ri
(
9a
), ai frammenti più grossolani, i
lapilli
, ai
frammenti decisamente più grandi come le
bombe
o
blocchi
(
9b
) (
TABELLA 1
).
TABELLA 1
Classificazione di Fischer e Wenthworth
Granulometria (mm)
Sedimento
incoerente
Rocca
coerente
Fisher
Wenthworth
Ø < 1/4
Ø < 1/16
cenere fine
cinerite
1/4 < Ø < 4
1/16 < Ø < 2
cenere grossolana tufo cineritico
4 < Ø < 32
2 < Ø < 64
lapilli
tufo a lapilli
Ø > 32
Ø > 64
bombe, blocchi
breccia vulcanica
b
a
Figura 9
a
) Ceneri
eruttate dal vulcano
Anak Krakatau in
Indonesia;
b
) bomba vulcanica
nell’isola di Vulcano
(Sicilia).
043-071_sn_v1_T3.indd 48
04/01/