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Àvari
Si tratta
di una
tribù nomade
che si era unita
agli Unni
durante
la loro grande
migrazione.
146
U 3
LE ORIGINI DELL’EUROPA
Dopo la vittoria sui Longobardi, che riempì di orgoglio e
di bottino i guerrieri franchi, Carlo Magno si trovò in pos-
sesso di un regno vastissimo per l’Europa di quei tempi e
del titolo, molto ambìto, di “protettore della cristianità
d’Occidente”. Sentì quindi come una missione divina il do-
vere di abbattere o convertire i popoli non cristiani che circondavano il suo re-
gno: i
Sàssoni pagani
a nord, nelle foreste della Germania settentrionale, gli
Arabi musulmani
a ovest, in Spagna, e gli
Àvari pagani
a est.
Agli
Arabi
Carlo dovette accontentarsi di togliere una piccola zona lungo i
Pirenei che gli servì a rafforzare i confini e che chiamò
Marca di Spagna
.
Contro i
Sàssoni
, invece, combatté una guerra atroce che durò ben trenta pri-
mavere. I pagani sacrificavano in massa i prigionieri agli dèi, razziavano i mo-
nasteri, uccidevano i mona-
ci; i Franchi massacravano
intere tribù perché non vo-
levano convertirsi. La guer-
ra finì con la
deportazione
di massa
dei 10 000 Sàs-
soni superstiti e la loro
con-
versione forzata
.
Quanto agli
Àvari
, essi fu-
rono sterminati scomparen-
do come popolo, e Carlo
Magno si impadronì del fa-
voloso
tesoro di Attila
che
essi custodivano. Per tra-
sportarlo occorsero quindi-
ci carri trainati ciascuno da
quattro buoi e non c’è da
stupirsene se si pensa che
per circa cento anni (prima,
durante e dopo il regno di
Attila) gli imperatori bizanti-
ni avevano pagato agli Unni
un tributo annuo di centomi-
la e più monete d’oro.
7.
In nome della fede,
re Carlo si lancia contro
tutti i pagani
n
La ferocia
di Carlo Magno
Una volta Carlo
Magno ordinò
il massacro di 4000
Sàssoni inermi
e volle assistervi
personalmente.
Grazie alle continue vittorie e alla sua fama di protettore
della cristianità, Carlo Magno divenne ben presto una leg-
genda vivente.
Tutti i popoli in pericolo cominciavano a rivolgersi a lui per
chiedergli soccorso. Il patriarca ortodosso di Gerusalemme
lo nominò addirittura “Custode dei Luoghi Santi” e gli inviò le chiavi del Santo
Sepolcro. Il califfo
Harun al-Rashid
, nipote del fondatore di Bagdad, scam-
biò lettere amichevoli con lui e gli mandò splendidi doni, tra cui un elefante
che si chiamava Abul, che Carlo accudì sempre personalmente, e un orologio
meccanico, vero prodigio della tecnica araba di cui i Franchi non capirono mai
il segreto.
Nell’anno
800
, in veste di sovrano del più grande regno cristiano d’Europa,
Carlo Magno si recò a Roma a presiedere un concilio di vescovi.
8.
Carlo Magno,
imperatore del Sacro
romano Impero
Harun al-Rashid
Il califfo fu poi
immortalato
come
protagonista
delle
Mille
e una notte
,
la più importante
raccolta araba
di fiabe.