La guerra del Pacifico. Il ruolo dell’Asia orientale nelle dinamiche della seconda guerra mondiale

Gli obiettivi


Nonostante la centralità della regione dell’Asia-Pacifico all’interno del secondo conflitto mondiale, molto spesso, nel contesto europeo, il racconto della guerra si concentra sugli avvenimenti del teatro continentale, relegando così le vicende asiatiche ad un ruolo residuale. In realtà, uno sguardo attento alle dinamiche che hanno caratterizzato questa regione durante tutta la prima parte del XX secolo mostra come le tensioni e le conflittualità emerse nei decenni precedenti allo scoppio del conflitto siano state fondamentali nell’indirizzare lo sviluppo della guerra: prima dell’invasione della Polonia, nel settembre 1939, in Asia la guerra era già diventata una realtà, con lo scoppio del conflitto sino-giapponese nel 1937; inoltre, fu l’attacco giapponese a Pearl Harbor a spingere gli Stati Uniti verso l’ingresso in guerra, un evento che cambierà radicalmente l’andamento delle ostilità; infine, la sconfitta del Giappone e la sua resa incondizionata nell’agosto 1945 chiuderanno definitivamente la guerra. L’obiettivo di questa lezione è quindi quello di riportare l’Asia al centro delle tragiche dinamiche che hanno caratterizzato il XX secolo, ripercorrendo gli sviluppi che hanno portato prima alla destabilizzazione della situazione nel continente, negli anni che precedono lo scoppio del conflitto, e poi all’apertura delle ostilità, esaminando il ruolo dell’imperialismo giapponese e le sue conseguenze sui Paesi vicini, soprattutto Cina e Corea, e infine analizzando le conseguenze della fine della guerra e i nuovi equilibri in Asia orientale e a livello globale.

Si parlerà di:

  • Un nuovo ordine internazionale in Asia orientale a cavallo fra il XIX e XX secolo. L’arrivo delle potenze imperialiste occidentali in Asia orientale, nel corso del XIX secolo, sconvolge gli equilibri esistenti fondati sul ruolo centrale dell’Impero cinese e forza tutti i principali Paesi dell’area ad adattarsi alla nuova situazione, creando le condizioni per l’emergere di instabilità, tensioni e nuove ambizioni che daranno vita a tragici conflitti.

  • Il Giappone imperialista in Asia orientale. Sulla spinta della modernizzazione di stampo occidentale, il Giappone si afferma come la nuova principale potenza in Asia orientale, a partire dal XX secolo, iniziando a mettere in pratica le proprie ambizioni imperialiste nella regione, come nel caso della colonizzazione della Corea.

  • La strada verso la guerra: l’invasione giapponese della Cina. A partire dagli anni Trenta il Giappone, guidato da un regime sempre più autoritario e militarista, si imbarca nel suo progetto di invasione di una Cina oramai in crisi, iniziando con la conquista della Manciuria (1931) e proseguendo poi con la seconda guerra sino-giapponese (1937).

  • Come la guerra inizia in Asia: 1937-1940. Mentre il Giappone si lega sempre più ai regimi nazifascisti, le altre potenze sostengono lo sforzo bellico cinese contro l’invasione, in una dinamica che rispecchierà quella del conflitto in Europa; non appena la guerra si sposta anche su quel teatro, il Giappone inizia la propria espansione nel sudest asiatico.

  • L’attacco a Pearl Harbor e lo scontro fra Giappone e Stati Uniti. Il 7 dicembre 1941 le forze giapponesi attaccano la flotta americana a Pearl Harbor, spingendo gli Stati Uniti ad entrare in guerra: è l’inizio dello scontro che cambia il corso del conflitto e che porterà alla sconfitta definitiva del Giappone imperialista.

  • La guerra finisce in Asia: le bombe atomiche, l’ingresso dell’URSS e la resa incondizionata del Giappone. Dopo un’iniziale serie di successi giapponesi, già dal 1942 le forze statunitensi iniziano la riconquista dei territori dell’Asia-Pacifico e stringono sempre di più la presa sul Giappone. Tuttavia, sarà soltanto con l’ingresso dell’Unione Sovietica nel conflitto in Asia e con le due bombe atomiche che Tokyo si piegherà alla resa incondizionata, il 15 agosto 1945.

  • Le conseguenze della guerra del Pacifico in Asia orientale. La fine della guerra del Pacifico e il crollo del Giappone imperialista rivoluzionano completamente gli equilibri di potere in Asia orientale dando avvio ad una nuova fase, che sarà caratterizzata dalla contrapposizione fra Stati Uniti e Unione Sovietica, dalla presa del potere del Partito comunista in Cina, dalla divisione della penisola coreana e dal processo di decolonizzazione in Asia sudorientale.



Relatore


Marco Milani è docente di Storia e Istituzioni dell’Asia presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna. In precedenza ha ricoperto incarichi di ricerca e insegnamento presso la University of Sheffield, la University of Southern California e la Hankuk University of Foreign Studies. Si occupa di storia della Corea contemporanea, storia e relazioni internazionali dell’Asia orientale, politica estera della Corea del Nord e del Sud, relazioni inter-coreane e produzione culturale nella Corea contemporanea.

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

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ASIA

Antonio Fiori, Marco Milani, Andrea Passeri


Alla metà dell’Ottocento la maggior parte dei paesi asiatici fu costretta dall’arrivo delle potenze occidentali, in cerca di risorse e nuovi mercati, ad aprirsi, mettendo così fine a un lungo periodo di sostanziale isolamento. A partire da quel momento, l’Asia è stata al centro di una serie di processi – guerre, rivoluzioni, occupazioni, industrializzazione – che hanno portato il continente ad assumere progressivamente un ruolo di assoluta centralità nel quadro politico ed economico contemporaneo. Muovendosi attraverso un orizzonte temporale lungo poco meno di due secoli, il volume ripercorre le principali tappe che hanno segnato le sorti di Cina, India, Corea, Giappone e Paesi del sudest asiatico, sia dal punto di vista interno sia da quello internazionale.
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