Foreste: i silenziosi guardiani della terra

di Ylenia Nicolini

  • Materie coinvolte: Biologia

“Quando l’ultimo albero sarà abbattuto, l’ultimo pesce mangiato e l’ultimo fiume avvelenato, vi renderete conto che non si può mangiare il denaro”
Toro Seduto, 1876


Immagina: ti trovi su un pianeta arido e desolato. L'aria è irrespirabile, l'acqua scarseggia e il suolo si sgretola sotto i tuoi piedi. Il sole brucia senza tregua, non c'è ombra né rifugio. Il silenzio è spettrale: nessun canto di uccelli, nessun fruscio di foglie mosse dal vento.

 
Saresti pronto a vivere in un mondo del genere? Sembra un racconto di fantascienza, eppure secondo vari studi sugli ecosistemi terrestri, senza le sue maestose foreste la Terra non sarebbe così diversa.

È questo il monito della Giornata Internazionale delle Foreste, che ogni anno, il 21 marzo, ci invita a riflettere sull’importanza vitale di questi ecosistemi. Istituita dalle Nazioni Unite nel 2012, questa giornata ci ricorda che le foreste non solo sono fondamentali per mantenere l’equilibrio climatico, ma svolgono anche un ruolo cruciale nel proteggere la biodiversità e nel garantire l’approvvigionamento di risorse vitali come l’acqua, il cibo, le medicine. La loro protezione è quindi essenziale per preservare il nostro benessere e quello delle generazioni future.

Ma in che modo la tutela delle foreste può aiutarci a mitigare i cambiamenti climatici, proteggere la biodiversità e garantire l’accesso a risorse vitali?

Grazie alla fotosintesi clorofilliana, le foreste assorbono enormi quantità di diossido di carbonio (CO2), svolgendo un ruolo cruciale nel limitare l’effetto serra e mantenere il nostro clima stabile. Contribuendo costantemente all’assorbimento di circa 3,5–3,6 miliardi di tonnellate di carbonio ogni anno, questi ecosistemi hanno costituito un vero e proprio “serbatoio” di carbonio per decenni. Tra il 1990 e il 2019, tuttavia, la perdita di foreste tropicali ha emesso circa 2,2 miliardi di tonnellate di CO2, cancellando due terzi del beneficio che avremmo dovuto ottenere dalla capacità di assorbimento delle foreste. Questo scenario evidenzia il ruolo cruciale di questi ecosistemi e l’urgenza di agire: abbattere le foreste non solo limita la capacità terrestre di assorbire il carbonio atmosferico, ma libera anche quello precedentemente immagazzinato.

Le foreste regolano il clima anche tramite processi di scambio idrico tra la superficie terrestre e l’atmosfera. L’evapotraspirazione, cioè il rilascio di vapore acqueo dalle piante, contribuisce a raffreddare l’aria e favorisce la formazione delle nubi, influenzando il regime delle precipitazioni. Le foreste tropicali integre, in particolare, generano il doppio delle piogge rispetto alle aree degradate, un fenomeno essenziale durante la stagione secca e in presenza di ondate di calore, quando il manto forestale mitiga le temperature estreme. La deforestazione e il degrado forestale compromettono questo delicato equilibrio: in Australia e Amazzonia, per esempio, la perdita di foreste ha portato a un incremento delle giornate calde e secche, aumentando il rischio di siccità prolungate.

Le foreste influenzano inoltre la disponibilità d’acqua: le radici degli alberi aumentano la permeabilità del suolo, favorendo l’infiltrazione dell’acqua piovana e il rifornimento delle falde acquifere. Questo processo mitiga il rischio di erosione e stabilizza i pendii, prevenendo frane e smottamenti. Studi condotti in Spagna in siti di recente riforestazione (con pini di 60 anni d’età) hanno confermato che gli ecosistemi intatti presentano tassi di infiltrazione nettamente superiori rispetto a quelli registrati nei versanti collinari degradati (1198 mm/h vs 365 mm/h), evidenziando come la presenza di materia organica, humus e lettiera vegetale, in sinergia con la vegetazione sovrastante, favoriscano l’assorbimento dell’acqua piovana. Inoltre, durante eventi di precipitazioni intense, le foreste fungono da barriere naturali, prevenendo inondazioni devastanti.

Il ruolo delle foreste è cruciale anche per preservare la biodiversità. Poiché esse ospitano la maggior parte delle specie terrestri, la deforestazione e la frammentazione degli habitat sono una minaccia sempre più concreta per varie specie, in particolare per quelle che richiedono territori ampi per sopravvivere. La perdita di specie innescata dal disboscamento e dalla disgregazione degli habitat è a sua volta aggravata dal bracconaggio: un territorio frammentato garantisce infatti un più facile accesso ai bracconieri, che oggi minacciano soprattutto i carnivori e gli ungulati delle regioni tropicali (come il giaguaro e l’elefante africano).

Certamente il crollo della diversità biologica implica la perdita di un patrimonio naturale di inestimabile valore. Ma non solo. Essa è fondamentale per il mantenimento di servizi ecosistemici come l’assorbimento del CO2, l’impollinazione delle piante, la dispersione dei semi e il controllo delle popolazioni di parassiti. Meccanismi indispensabili non soltanto per l’equilibrio del pianeta, ma anche per la salute umana. Molti medicinali derivano, per esempio, da specie vegetali forestali, la cui scomparsa comprometterebbe la disponibilità di cure essenziali. La frammentazione degli habitat favorisce inoltre la diffusione delle zoonosi, malattie trasmesse dagli animali selvatici all’uomo; l’incidenza di malattie infettive come l’Ebola, la febbre dengue, la malattia da virus Zika, la febbre gialla e la malaria, per esempio, sta cambiando a causa della deforestazione, della degradazione delle foreste e della crescente presenza umana in questi habitat. È proprio l’eccessivo contatto tra esseri umani e ospiti o vettori di agenti patogeni (pipistrelli, zanzare, zecche ecc.) in questi ecosistemi a favorire la trasmissione e diffusione di tali malattie.

Da sempre, le foreste, svolgono un ruolo cruciale nell’equilibrio del nostro pianeta custodendo la vita di milioni di specie. Gli esempi che abbiamo discusso finora sono solo alcuni dei molteplici modi in cui la protezione delle foreste può garantire un futuro più sostenibile per la Terra. Ogni intervento, anche il più piccolo, volto a ridurre la deforestazione e il degrado forestale, contribuisce a preservare il clima, proteggere la biodiversità e assicurare risorse vitali per le generazioni attuali e future. Tuttavia, questa sfida richiede un impegno collettivo, guidato in primis dalla consapevolezza che il benessere dell’umanità e la straordinaria bellezza della Terra dipendono indissolubilmente dalla salute delle “nostre” foreste.

 

Attività da proporre alla classe

Suddivisi in piccoli gruppi, approfondite gli interventi di riforestazione che si stanno realizzando oggi in Italia e nel mondo. Riflettete sull’importanza di queste azioni nel contrastare la deforestazione, preservare l’ambiente e combattere i cambiamenti climatici.

Fase 1:

Conducete una ricerca in Internet sui progetti di riforestazione attivi a livello globale e nazionale. Analizzate le diverse tecniche utilizzate, gli obiettivi di ciascun progetto e i risultati ottenuti. In particolare, cercate di identificare progetti che abbiano avuto successo, ma anche quelli che hanno incontrato difficoltà.

Fase 2:

  1. Scegliete un progetto di riforestazione che abbia avuto un impatto significativo e approfondite come abbia contribuito al ripristino della biodiversità, alla riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera o al recupero di terreni precedentemente degradati;

  2. elaborate una presentazione multimediale che illustri i progetti di riforestazione che avete esplorato, includendo dati, fotografie e qualsiasi altra informazione utile per spiegare l’impatto positivo di queste iniziative. Se possibile, proponete idee per iniziative simili che potrebbero essere realizzate nella vostra comunità o regione, coinvolgendo le persone nella protezione delle foreste.


Il vostro lavoro dovrà evidenziare l’importanza della riforestazione come strumento per la tutela dell’ambiente e come un impegno concreto per le generazioni future.

 

Bibliografia